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Stati Generali della Natalità, le parole di Papa Francesco e di Giorgia Meloni

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Claudio Agave

Importanti presenze nella seconda giornata degli Stati Generali della Natalità, arrivati ormai alla terza edizione presso l’Auditorium della Conciliazione a Roma. In questa giornata infatti sia Papa Francesco che il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni sono saliti sul palco per un intervento sull’importanza della maternità e della famiglia.

Le parole di Giorgia Meloni

Il premir ha spiegato che “Viviamo in un’epoca in cui parlare di maternità e famiglia è sempre più difficile, sembra quasi un atto rivoluzionario. Per noi le famiglie sono in cima all’agenda, se le donne non avranno la possibilità di realizzare il desiderio di maternità senza rinunciare al lavoro non avranno pari opportunità e libertà”. Meloni ha poi proseguito spiegando come quella demografica sia “una sfida che portiamo avanti com impostazione dirigista ma anche con approccio sussidiario, di chi crede che il compito dello Stato sia creare le condizioni favorevoli allo sviluppo del famiglia e del lavoro. Vogliamo uno Stato che accompagni e non diriga. Vogliamo credere nelle persone, scommettere sugli italiani, sui giovani e sulla loro fame di futuro”.

Meloni ha anche spiegato che “vogliamo non sia più scandaloso dire che siamo tutti nati da un uomo e una donna, che non sia un tabù dire che la natalità non è in vendita”, riferendosi quindi a tema di omosessualità e utero in affitto.

Le parole di Papa Francesco

Anche Papa Francesco ha parlato dopo il Presidente del Consiglio, spiegando come “in questo contesto di incertezza e fragilità le giovani generazioni sperimentino più di tutti una sensazione di precarietà. Ci sono case dal costo proibitivo, affitti stellari e salari insufficienti che sono problemi reali”. Bergoglio ha poi parlato anche della condizione femminile: “Ci sono condizionamenti quasi insormontabili per le donne, le più danneggiate sono quelle che spesso sono costrette al bivio tra carriera e maternità.

Il Papa ha poi concluso spiegando come natalità e accoglienza “non vada mai contrapposte, perché sono due facce della stessa medaglia”.

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