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Ben 80.000 euro a 55 anni per chi lascia il lavoro, ma addio pensione

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Giacomo Mazzarella

In queste ultime settimane si parla tanto di incentivi all’esodo e di aziende che offrono soldi affinché il lavoratore dia le dimissioni volontarie. Per esempio, anche grandi aziende importanti a livello nazionale come Stellantis adottano la stessa soluzione.

Molti soldi offerti ai lavoratori con degli incentivi che l’azienda utilizza per sfoltire il personale in esubero. Il fatto principale è che gli incentivi maggiori vengono offerti a soggetti che sono più vicini alla pensione. Proprio quello che nello specifico sta facendo il colosso dell’Automotive nato dalla fusione italo-francese tra FIAT/FCA e PSA. Molti soldi a chi è vicino alla pensione, ma non per tutti sarà un favore. In effetti c’è il rischio concreto che per colpa dei soldi presi si perda il diritto alla pensione per molti anni.

Ben 80.000 euro a 55 anni per chi lascia il lavoro, ma addio pensione

Un incentivo importante è quello che Stellantis offre ai suoi dipendenti per lasciare il lavoro. L’azienda vuole sfoltire il personale, perché ne servirà di meno in futuro con la transizione elettrica. E allora cosa c’è di meglio che offrire soldi, molti soldi per lasciare il lavoro a chi si trova a pochi anni dalla pensione. Da una intesa tra Stellantis e sindacati, anche se non tutte le sigle sono d’accordo, pare che siano stati identificati nei lavoratori di almeno 55 anni i destinatari di un incentivo da 80.000 euro. Ma sono proprio loro che rischiano di perdere un vantaggio sulla loro pensione futura.

I lavoratori di Stellantis hanno diritto alla pensione anticipata

Tutto viene fuori dal fatto che molti lavoratori di una azienda metalmeccanica come Stellantis, sono addetti alla linea catena. E sono lavoratori che possono andare in pensione con lo scivolo usuranti. Quindi, in pensione con:

  • Almeno 61,7 anni di età anagrafica;
  • Almeno 35 anni di età contributiva;
  • Contestuale completamento di Quota 97,6.

Ma serve che il lavoro in catena di montaggio sia stato prevalente nella carriera (almeno la metà della vita lavorativa).  Oppure, prevalente negli ultimi 10 anni di carriera. Infatti, bisogna aver svolto l’attività usurante per non meno di 7 degli ultimi 10 anni di lavoro. È evidente che lasciando il lavoro a 55 anni o anche dopo, interrompe la carriera contributiva ed interrompe pure il periodo utile a maturare il requisito del lavoro nella linea a catena di almeno 7 anni. Il concreto rischio quindi di perdere il diritto alla pensione in anticipo. Perdere il treno della pensione anticipata a 61 anni e 7 mesi costringe il lavoratore a due opzioni. O trovare immediatamente un altro lavoro di questo genere, per proseguire nel lavoro in catena di montaggio, oppure aspettare i 67 anni di età per la pensione di vecchiaia.

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