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Pensione anticipata per le donne a 59, 60 o 61 anni, ma basta poco per essere escluse

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Giacomo Mazzarella

Anche nel 2024 per le lavoratrici c’è una misura che permette di andare in pensione molto prima rispetto al solito. Parliamo naturalmente di Opzione Donna, una misura sempre discussa e come vedremo abbastanza discutibile per come è stata rinnovata anche per il 2024.

La misura è di quelle favorevoli dal punto di vista dell’età di uscita ma prevede dei calcoli della prestazione piuttosto penalizzati. Ma oggi più che analizzare la misura, i calcoli ed il suo funzionamento parliamo delle lavoratrici di fatto escluse da questa misura. Perché sono davvero tante le lavoratrici che, anche se hanno i requisiti anagrafici e contributivi utili, non vi rientrano.

Pensione anticipata per le donne a 59, 60 o 61 anni

Opzione donna nel 2024 è stata confermata con una variazione sull’età di uscita che è salita di un anno. Per il resto la platea delle beneficiarie è rimasta praticamente inalterata e limitata come nel 2024. Anche il requisito contributivo è rimasto fissato a 35 anni. Nel 2024 la pensione anticipata per le donne a 59, 60 o 61 anni si centra con 35 anni di contributi. Ma già su questo c’è una condizione ostativa. Infatti, la prima cosa da sottolineare è che sia l’età che i contributi devono essere completati entro il 31 dicembre dell’anno precedente quello in cui si va in pensione. Quindi per il 2024 bisogna completare 61 anni di età (o meno come vedremo dopo) e 35 anni di contributi versati già entro il 31 dicembre 2023. Questa è una prima limitazione che di fatto taglia fuori le lavoratrici che invece completano 35 anni di contributi versati in questo 2024.

I figli avuti abbassano le soglie, ma a volte nemmeno questo serve

I tagli più grossi di Opzione Donna però sono quelli relativi alla platea delle potenziali beneficiarie. Infatti, la misura non è destinata a tutte le lavoratrici ma solo a chi rientra in quattro particolari categorie. Platee che di fatto escludono tutte le altre dal beneficio della misura. Possono uscire dal lavoro a 61 anni di età e 35 anni di contributi versati le invalide che sono state riconosciute tali almeno al 74% dalla Commissione Medica Invalidi Civili dell’ASL. Chi ha un grado di invalidità inferiore non può accedere alla prestazione. Chi invece è alle prese con parenti disabili conviventi da assistere è esclusa se l’assistenza al disabile non è partita con la convivenza da almeno 6 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda di pensione.

Queste categorie possono lasciare il lavoro anche ad una età di 59 o 60 anni, sempre completate entro il 31 dicembre precedente. A 60 anni le donne con almeno un figlio avuto. A 59 anni quelle che hanno avuto due o più figli. Infine, sempre a 59 anni con 35 anni di contributi, via libera a chi ha perso il lavoro o è assunta, ma solo da aziende con tavoli di crisi avviati al Ministero del Made in Italy. Si tratta perlopiù di grandi aziende con importanza a livello nazionale.

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