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Quale sarebbe il budget disponibile di marzo di un single che guadagna 1.500 euro al mese o una famiglia con 4.000 euro di entrate mensili?

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Stefano Vozza

Mese nuovo, problema vecchio: come gestire al meglio i nuovi soldi in arrivo? Vanno gestiti in base alle esigenze, in ordine temporale di scadenze o spesi fino a quando non finiscono? In realtà il problema è che le risorse sono spesso inferiori alle esigenze, per cui si rende opportuno gestirle al meglio. Anzi, doveroso.

Ad esempio, quale sarebbe il budget disponibile di marzo di un single che guadagna 1.500 euro al mese o una famiglia con 4.000 euro di entrate mensili? Vediamo cosa suggeriscono gli esperti finanziari in tema di gestione del budget familiare.

Punto di partenza: il budget familiare

Per gli esperti non ci sono dubbi: l’espressione chiave di riferimento è quella di budget disponibile, che non coincide con quella di “entrate mensili complessive”. Facciamo chiarezza, allora. In parole povere, il budget disponibile è l’importo effettivo che rimane da spendere dal 1° all’ultimo del mese e che permette di centrare almeno tre obiettivi. Primo, non far saltare i piani di spesa programmati, al netto delle spese impreviste urgenti e/o eccezionali. Secondo, di non avere debiti e/o pagamenti sospesi qua e là. Terzo, di vivere relativamente sereni in quanto la strategia aiuta fondamentalmente a non avere problemi economici.

Come calcolare il budget disponibile di marzo?

Detto ciò, come calcolarlo? A inizio mese, o alla data di accredito dell’entrata mensile principale, segniamo su un foglio di carta (meglio scriverle su carta, le cifre, perché restano più impresse nella mente) tutte le entrate certe di marzo. La cosa è semplice per un lavoratore alle dipendenze o con entrate fisse, meno per un autonomo. Qui si possono adottare 2 strategie alternative: uno, darsi un budget e rispettarlo, oppure si fa una media degli ultimi X mesi e la si prende a riferimento.
Ora facciamo due sottrazioni molto importanti. La prima riguarda la quota di risparmi mensile: il 5 o il 10 o il 20 o il 40%? Tutto è relativo e dipende se si vive da soli o in famiglia (e a quanto ammontano le entrate mensili?), la propensione al risparmio, se la casa è di proprietà o no, gli stili di vita, etc.

Ad ogni modo, togliamo subito l’importo e cerchiamo di farlo rendere il più possibile. La seconda riguarda le spese fisse che sappiamo con certezza che affronteremo nel mese, a prescindere dal giorno esatto in cui le sosterremo (anche l’ultimo del mese, per esempio). Esempi: mutuo o fitto, utenze, abbonamenti, spese auto o trasporti, rette scolastiche, spese per medicinali o visite mediche già programmate, etc. Ora facciamo le sottrazioni e otteniamo quando andavamo cercando: “totale entrate – (spese fisse + quota risparmio)” = budget mensile disponibile.

Quale sarebbe il budget disponibile di marzo di un single che guadagna 1.500 euro al mese o una famiglia con 4.000 euro di entrate mensili?

Ora abbiamo tra le mani la cifra chiave che ci accompagnerà per tutto il mese. Ancora, l’andremo aggiornando costantemente ad ogni minima spesa, quelle fisse escluse in quanto già decurtate in origine. Poi per il resto sono questi i soldi che effettivamente potremmo spendere quel mese (eccezioni e fuori programmi seri a parte), ma come? A ognuno secondo il proprio stile di vita e/o necessità di spese variabili e/o abilità di gestione. Ragioniamo di fantasia e chiediamoci: un single che vive da solo con 1.500 € netti di stipendio quanto potrebbe disporre di budget? A grandissime linee, intorno ai 500-750 € a seconda dei casi (abbiamo tolto il 5% di quota risparmio e tra il 45-60% di quota spese fisse). Meglio potrebbe andrebbe a una coppia con doppio stipendio (tipo 4mila € fissi mensili) con casa di proprietà. Assumendo per esempio una quota risparmio del 15% e spese fisse per il 40% delle entrate, residuerebbe un maggior budget disponibile.

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