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Altro che detersivi, vi siete mai chiesti come lavavano i vestiti nell’antica Roma?

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Paolo Oggioni

Come facevano nell’antichità a lavare i vestiti? Altro che detersivi, ecco le usanze e le tradizioni dell’antica Roma. 

Oggi come oggi il lavaggio a mano dei vestiti è cosa ormai per pochi. La lavatrice è diventata un elettrodomestico di uso comune. Difficile ormai vivere senza. Chi lo fa è perché preferisce consegnare i propri panni sporchi alle grandi lavanderie o si avvale di quelle automatiche.

Sono finiti i tempi in cui si portavano nei lavatoi presenti all’interno delle città. Possiamo ritrovarli ancora in alcuni centri storici. Grandi vasche in pietra dove le donne dell’epoca andavano a fare il bucato. I vecchi lavapanni sono diventati oggetti di antiquariato che arricchiscono le case degli appassionati del genere. Fatti in legno, sono stati per moltissimi anni un attrezzo indispensabile per la vita domestica.

I detersivi per lavare i panni

Per non tornare troppo indietro nel tempo, facciamo una rapida cronistoria dei detersivi nell’ultimo secolo. Per decenni il sapone è stato un elemento fondamentale per lavare i panni, anche se, tra poco scopriremo che nell’antica Roma si utilizzava un altro elemento. Tuttavia, prima di tornare così indietro, facciamo un piccolo accenno al passato recente. Gli anni ‘50 segnarono l’introduzione della chimica nel mondo dei detersivi. La nascita di quelli in polvere, sia per il lavaggio a mano che per quello nelle prime lavatrici. Queste erano nate a fine Ottocento, ma il loro grande sviluppo avvenne nei primi secoli del Novecento. Con il secondo Dopoguerra che le vide entrare in massa nelle case degli italiani. Dagli anni Sessanta in poi, si sviluppò una fiorente industria dei detergenti, che portò a prodotti sempre più specifici. Ammorbidenti, detersivi liquidi, sbiancanti, coloranti. Oggi, ci sono intere corsie dedicate all’interno dei supermercati.

I detersivi nell’Antica Roma

Adesso facciamo un passo indietro di circa 2500 anni. Rechiamoci idealmente a Pompei dove l’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo ci permette di capire quello che era lo stile di vita di una città romana dell’epoca. Ebbene, all’interno di alcuni edifici, troviamo alcune vasche in pietra e ceramica adibite al lavaggio dei vestiti. Sono le antenate delle nostre lavanderie. Cosa si metteva al loro interno come detersivo? La cenere, risponderanno in molti. Certo, ma non solo. Anche uno sbiancante naturale, proveniente dal…corpo umano: la pipì.

Proprio così, l’urina era una delle componenti fondamentali per il lavaggio. Anzi, per dirla tutta, essa rappresentava l’elemento utilizzato per sbiancare i tessuti. L’equivalente della moderna candeggina. C’erano degli appositi punti di raccolta dove gli abitanti potevano portare la loro urina, che veniva poi usata per lavare i tessuti, in particolare quelli di colore bianco, spesso appartenenti a nobili, militari e consoli. Pensare a questo oggi fa un po’ rabbrividire, ma l’ammoniaca contenuta nell’urina era uno dei detersivi più efficaci utilizzati nell’Impero Romano. Si dice pure che la utilizzassero per sbiancare i denti, ma, in questo caso, non vogliamo approfondire oltre.

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