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Quella volta che Gigi Riva scese dall’autobus dei vincitori: leggenda della nazionale e hombre vertical del calcio italiano

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Simone Scalas

Gigi Riva, il mitico attaccante della Nazionale Italiana, rimane, anche dopo la sua scomparsa, un campione assoluto e una figura di spicco nella storia del calcio. La sua carriera straordinaria, contraddistinta da una dedizione senza compromessi e valori saldi, lo ha reso non solo mito sportivo ma anche un esempio di integrità.

È il 2006, anno in cui l’Italia trionfa nella Coppa del Mondo di calcio. Dopo la vittoria, durante la festa a Roma, Riva decide di abbandonare il pullman dei vincitori quando scopre la presenza di politici che, in passato, avevano criticato la Nazionale. La sua coerenza e determinazione emergono chiaramente quando, nonostante il clima di festa, decide di non tollerare compromessi. Francesco Totti, nel suo libro Un Capitano, sottolinea l’aneddoto, evidenziando la capacità di Riva di non perdonare e di restare fedele ai suoi principi. Questo episodio tra i tanti offre uno spaccato perfetto della personalità di Riva.

La sua scelta di non rimanere sul pullman insieme a chi aveva osteggiato la squadra è un gesto di coerenza che lo ha reso ancora più ammirato. E non solo dai calciatori presenti che hanno assistito alla scena. La personalità riservata e schiva di Gigi Riva emerge anche attraverso le sue interviste. Anche se non ha mai scritto un libro autobiografico, ha condiviso pensieri intimi su temi come l’infanzia difficile e la perdita dei genitori. La sua vita da romanzo ha visto l’ascesa da giovane talento magro e longilineo a uno dei migliori attaccanti della storia.

Una carriera al top

Appassionato di musica, in particolare di Fabrizio De André, Riva ha dimostrato una profondità di interessi al di là del calcio. La sua carriera calcistica è stata segnata da momenti memorabili, come lo scudetto con il Cagliari nel 1970 e la conquista dell’Europeo nel 1968. La sua storia con la Nazionale Italiana è leggendaria, con il ruolo di leader nel trionfo europeo del 1968. Anche nelle sconfitte, come la finale mondiale del 1970 contro il Brasile di Pelé, Riva ha lasciato un segno indelebile, dimostrando la sua leadership e abilità nel segnare gol cruciali. Quella volta che Gigi Riva scese dall’autobus dei vincitori rimarrà un momento storico che si aggiunge ai tanti calcistici che hanno contraddistinto la sua carriera. Infortuni compresi. Alla nazionale di calcio, Riva ha dato due gambe, con gli infortuni seri riportati contro Portogallo e Austria.

Dopo il ritiro dal campo, Riva è rimasto legato al calcio, diventando presidente onorario del Cagliari e assumendo ruoli dirigenziali nella Nazionale Italiana fino al 2013. Ha contribuito alla formazione di nuove generazioni di giocatori, portando la sua esperienza e saggezza nel mondo del calcio. La sua scelta di restare in Sardegna, nonostante le offerte allettanti da altri club, dimostra il suo attaccamento alla terra e alla squadra che ha reso grande. La Sardegna, secondo Brera, è stata risvegliata dal lungo sonno grazie all’arrivo di Gigi Riva da Leggiuno.

Quella volta che Gigi Riva scese dall’autobus dei vincitori: la scomparsa del mito

La sua recente scomparsa è un colpo per il calcio italiano e per tutti coloro che hanno amato e rispettato questo gigante dello sport. Soprattutto per la comunità del Cagliari Calcio, il club con cui ha legato la sua carriera calcistica e nel quale ha lasciato un’impronta indelebile. Riva è considerato uno degli eroi assoluti del Cagliari e della città stessa, avendo contribuito in modo significativo al successo del club. Da qui le proposte di dedicargli il nuovo stadio in costruzione e la piazza Carlo Felice, luogo di ritrovo dei tifosi quando festeggiano le vittorie importanti.

La storia di Riva con il Cagliari ha naturalmente vissuto il suo apice durante la stagione 1969-1970, quando il club ha conquistato uno storico scudetto. Questa vittoria è stata un momento epocale per il Cagliari e per il calcio italiano, e Gigi Riva è stato il protagonista indiscusso, essendo stato il capocannoniere della squadra. La relazione tra Riva e Cagliari è andata oltre il campo di gioco. Dopo il suo ritiro Riva è rimasto legato al club e alla città. Viveva in centro a Cagliari e passeggiava spesso come una persona comune, sempre pronto a condividere ricordi, discutere con i cagliaritani e dare loro una parola di conforto. La terra che lo ha adattato e a cui lui ha dato tutto non lo dimenticherà. Questo amore è destinato a non spegnarsi mai.

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