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L’eredità di Vittorio Emanuele di Savoia, un patrimonio complesso che rispecchia le intricate vicende famigliari

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Simone Scalas

Figlio di re Umberto II e di Maria José del Belgio, Emanuele di Savoia è sempre stato un predestinato. La storia però ha subito un brusco cambiamento con l’avvento della Repubblica e le aspirazioni di diventare un sovrano sono naufragate. Ma in vita sua l’attenzione mediatica non è mai mancata.

Infanzia tumultuosa, in esilio in Svizzera, Francia e Corsica insieme alle sorelle, Vittorio Emanuele di Savoia è costretto lontano dalla patria di cui doveva essere il re. La sua personalità si forma durante quegli anni e il rapporto con l’Italia è sempre stato al centro delle sue attenzioni. Il legame è rimasto molto forte e da adulto ha cercato in tutti i modi di riconciliarsi sia con quella che sentiva essere la sua nazione sia con la sua popolazione.

Per farlo ha posto fine alle pretese dinastiche e ha preso le distanze dalle leggi razziali. Nel 2002 la legge costituzionale che obbligava all’esilio l’ex famiglia reale viene abolita e lui può fare rientro in Italia. Quello ha sempre rappresentato un momento significativo della sua vita ma anche della storia del nostro paese. È scomparso il 3 febbraio Vittorio Emanuele di Savoia, l’attenzione ora si è spostata sulla sua eredità. Le chiacchiere sono naturalmente di varia natura.

Tanti immobili e tanti gioielli

L’eredità di Vittorio Emanuele di Savoia rappresenta un tema di grande interesse e curiosità. Il valore materiale e il valore simbolico dei beni non sono gli unici elementi su cui concentrarsi. Il patrimonio è complesso e variegato e porta a galla questioni legali che si mischiano a questioni storiche irrisolte. Dal punto di vista legale il dubbio consiste nel fatto che fino alla sua morte, il testamento non è mai stato reso noto, quindi nessuno ha la minima idea di cosa possa contenere. Pare scontato che il principale erede sia Emanuele Filiberto, unico maschio e discendente diretto della Casa Savoia.

In molti dicono di aspettarsi che tra gli eredi compaiano anche i nipoti Vittoria e Luisa di Savoia. La famiglia ha legami e rapporti intricati che vanno oltre l’aspetto biologico, le uniche dichiarazioni del defunto hanno sempre riguardato la volontà di garantire il patrimonio di famiglia. E questo tramite una equa suddivisione. Si parla di proprietà immobiliari, la villa a Ginevra, le proprietà in Corsica, Sardegna, Gstaad, Roma e Portogallo. Le opere, i gioielli, i veicoli di lusso, oggetti di valore e storici che farebbero comodo a qualsiasi museo. La liquidità. Pare che Vittorio Emanuele avesse diversi fondi aperti, conti e investimenti con vari strumenti finanziari.

L’eredità di Vittorio Emanuele di Savoia e i suoi scandali

La vita di Vittorio Emanuele di Savoia è stata una storia da romanzo. Uno dei primi episodi su cui la stampa si gettò a capofitto fu l’incidente a cavallo del 1978 in cui morì il giovane tedesco Dirk Hamer. Il lungo processo che attirò la stampa di tutto il mondo vide Vittorio Emanuele assolto dall’accusa di omicidio ma condannato per porto abusivo di arma da fuoco. Venne inoltre coinvolto in uno scandalo di traffico internazionali di armi di cui venne dimostrato il non coinvolgimento che portò all’archiviazione dell’indagine.

Nel 2000 venne arrestato dopo lo scandalo Valletopoli, le accuse erano associazione a delinquere e sfruttamento della prostituzione. Anche lì fu assolto da ogni accusa ma la sua reputazione subì dei danni irreparabili. Scandali controversie ed eventi drammatici hanno sempre fatto parte della sua vita. La sua figura polarizzante in Italia ha sempre fatto discutere ed è nata anche in questo modo. Ora se ne è andato. Farà sempre parte della storia italiana, protagonista, più che con le notizie di gossip e le vicende cruente, per quel momento di cambiamento che la popolazione decise con un referendum. Un Gattopardo vissuto in prima persona che non gli ha mai permesso di indossare la tanto amata corona.

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