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Attenzione, l’ex moglie ha diritto ad una parte del tuo TFR: ecco in che misura

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Giacomo Mazzarella

Separazioni e divorzi al giorno d’oggi sono sempre più diffusi. E quando una coppia “scoppia”, fino a porre la parola fine alla loro unione, non sempre tutto fila liscio come l’olio. Liti, cause in tribunale, richieste di mantenimento e così via dicendo, sono all’ordine del giorno.

E questo per una coppia senza prole, perché altrimenti ecco entrare in scena anche affidamento dei figli, allontanamento e così via dicendo. Oggi però analizziamo una cosa che forse pochi sanno. Anche dopo separazione e divorzio all’ex coniuge spetta anche una parte del Trattamento di Fine Rapporto. In pratica, ciò che un lavoratore accantona durante i mesi di lavoro e che si prende al termine del rapporto di lavoro, rischia di finire, in parte, nelle tasche dell’ex coniuge.

Attenzione, l’ex moglie ha diritto ad una parte del tuo TFR, ecco in che misura

In genere quando una coppia si separa, un Giudice può decidere di assegnare alla parte più debole economicamente (statistiche alla mano, quasi sempre la donna), i cosiddetti alimenti. L’assegno di mantenimento è ciò che in pratica, il soggetto che durante il matrimonio portava più redditi a casa, passa all’ex coniuge quando si arriva a separazioni e divorzi. Ma questo non basta. In passato abbiamo trattato la questione della reversibilità della pensione che può toccare, in determinate circostanze anche all’ex coniuge di un defunto.

Oggi invece parliamo di TFR, perché anche la cosiddetta buonuscita può toccare, a determinate condizioni ed in determinate misure, all’ex coniuge. Il TFR non è altro che ciò che un lavoratore mette da parte con trattenute operate dal datore di lavoro sullo stipendio. In genere per capire ciò che un lavoratore lascia al TFR, basta dividere la retribuzione annua lorda (al netto delle somme che non fanno parte della retribuzione ordinaria), per 13,5. Parliamo di cifre piuttosto rilevanti per chi proviene da una lunga e duratura carriera con lo stesso datore di lavoro.

Come si calcola la quota spettante all’ex coniuge

Ecco perché diciamo di fare attenzione, l’ex moglie ha diritto ad una parte del TFR e possono essere tanti soldi. Affinché l’ex coniuge possa avanzare pretese sulla parte di TFR che la Legge consente di percepire, bisogna rispettare alcune condizioni e cioè:

  • La sentenza di divorzio deve essere già definitiva;
  • L’ex coniuge non deve essere risposato;
  • L’ex coniuge deve essere titolare del mantenimento.

L’articolo 12 bis della Legge sul Divorzio (Legge 898/70) e alcune sentenze hanno sottolineato come se il TFR viene liquidato al diretto interessato prima che il divorzio diventi definitivo, nulla spetta all’ex coniuge. ALl’ex coniuge se vengono rispettate quelle condizioni, spetta il 40% del TFR. Ma solo la parte del TFR che è stata accantonata durante la durata del matrimonio. Per esempio, un lavoratore che ha diritto al TRF per 20 anni di lavoro continuativi con la stessa azienda, rischia di perdere il 40% del TFR che finisce all’ex coniuge, solo per gli anni di matrimonio durante questi 20 anni di lavoro. Se per esempio il suo matrimonio è iniziato dopo i primi 5 anni di lavoro ed è terminato 5 anni prima dell’interruzione del lavoro, all’ex spetta il 40% di 10 anni di TFR.

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