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E se ci piacesse un po’ ‘avere paura’? Perché i film dell’orrore sono sempre più ricercati

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Claudio Rossi

La paura “ci piace”? Abbiamo provato tutti queste sensazione che oggi le neuroscienze provano a spiegare compiutamente

È quel brivido cui non sappiamo resistere. Se non esistesse, non avrebbero ragione di essere prodotti i film horror che, invece, sono sempre tra i più ricercati, tra i più visti, quelli che storicamente, fanno registrare i maggiori incassi. Stiamo parlando della paura. Pensiamo di non volerla nella nostra vita, ma, in realtà, nelle dosi giuste ci piace non poco. Ecco perché.

Paura, perché ci piace
Perché ci piace la paura? Foto: Ansa – (lintellettualedissidente.it)

La paura ha su di noi un fascino magnetico. Ci dà quella sensazione di sollievo, quando la superiamo, come se l’avessimo corsa realmente noi. Masochismo? Come per i vari aspetti della mente umana, molti dei quali oscuri, da sempre la scienza indaga anche su questo. Del resto, il sentimento di paura è uno dei più atavici, connaturati all’essenza stessa dell’essere umano.

Secondo gli scienziati, la paura, comunque, non dev’essere troppo terrificante ma neanche troppo controllabile. E non deve durare eccessivamente. Insomma, come in ogni cosa della vita, in medio stat virtus.

Perché ci piace la paura

Oggi le neuroscienze provano a dare qualche risposta. Ovviamente si tratta essenzialmente di ipotesi, ma un primo tracciato ci porta verso le ragioni biologiche. L’amigdala, un complesso di neuroni a forma di mandorla che si trova nella parte più interna di entrambi i lobi temporali del cervello, invia all’ipotalamo l’input per sollecitare gli ormoni dello stress. Si scatena così il nervosismo, si scatena così l’ansia, sensazioni che l’adrenalina mantiene ben accese. Da qui, per esempio, anche l’aumento del battito cardiaco. Sentiamo quindi il nostro corpo totalmente governato da un’energia irrefrenabile.

Piacere della paura, motivi
La scienza spiega perché ci piace la paura – (lintellettualedissidente.it)

Il piacere maggiore arriva quando percepiamo la fine del “pericolo”, con il rilascio di endorfine e dopamina, gli ormoni del benessere che ci ricompensano con sensazioni di euforia. Si tratta di una sorta di allenamento inconscio che il nostro cervello mette in atto. Le situazioni (innocue) che creano paura, come la visione di un film o la lettura di un libro, sono una sorta di palestra per allenare le nostre capacità di reagire a incertezze e imprevisti della vita.

Secondo gli scienziati, il godimento dello stimolo pauroso sembra essere legato al controllo delle situazioni imprevedibili. Del resto, fin da quando siamo bambini, le incertezze, le sorprese, tutto ciò che è sospeso, ci provoca una grande attesa, che prelude a una grande soddisfazione.

Ciò che sostiene la scienza, però, è che non si debba mai superare una certa soglia. Insomma la paura ci piace e, come abbiamo appena visto, ci provoca anche del piacere, talvolta fisico. Ma solo se non si allontana troppo dalla nostra zona di comfort: in quel caso, invece, altererebbe il nostro stato fisiologico e smetterebbe di avere questo affascinante (e ancora non totalmente esplorato) senso di edonismo.

 

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