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Se anche gli ostaggi devono morire

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Armando Del Bello

L’attacco di stanotte dice qualcosa di completamente nuovo nella lotta conto i nemici. Gli ostaggi non bastano.

Non ci sono tregue, porti franchi. Israele sembra decisa a sovvertire quella che nei momenti peggiori di crisi sembra una priorità, la salvaguardia degli ostaggi. Li abbiamo visti portare via tra grida e lacrime, ci sono state veglie e tavole imbandite in attesa del loro ritorno. Le immagini di loro, quando erano liberi e spensierati o quasi, solo poche ore prima. Ragazzi, adulti e anziani: famiglie spezzate che vedono i loro congiunti trattati come bottino di guerra e merce di scambio, forse, se restano in vita.

palestinesi la situazione
Cosa accade in questo momento-Credit ANSA-L’intellettualedissidente.it

Seppelliti i morti era sui vivi che è sembrato fermarsi lo sguardo. I vivi incerti, nel luogo e nel respiro. Perché lo sguardo che li cerca non riesce a fermarsi in un punto: le centinaia di persone portate via quella mattina potrebbero essere ovunque lì, nei sotterranei. Non tutti nello stesso luogo, certo. La loro presenza a Gaza era una buona ragione per attendere, se la ragione degli altri innocenti, per Israele non fosse stata abbastanza.

Impossibile fermarsi, ora

E tuttavia non è bastata. I palazzi rasi al suolo, le strade irriconoscibili ci parlano di una scelta radicale. Dare priorità all’ira, a costo di sacrificare la propria gente in ostaggio. Uccidere gli innocenti, a qualsiasi parte essi appartengano, pur colpire gli altri. Le ragioni della tregua sacrificate alla logica di un odio senza ragione. E non importa se devi sacrificare cento persone per avere tra loro il corpo esamine di chi ha osato umiliarti sul tuo terreno e cercare tra loro un nome riconducibile ad Hamas. E’ una scelta, estrema e gelida. e che rivela il crocevia d’abisso dove siamo arrivati. E dove è arriva il cuore di chi decide, a Gerusalemme. E allora ecco gli stessi ostaggi, i figli d’Israele, sacrificati ad una scelta di sola vendetta, quando salvali, o tentare di farlo sarebbe dovuto essere  il punto di convergenza di ogni pensiero.

Guerra medioriente cosa succede
Guerra medioriente ostaggi -Credit ANSA-l’intellettualedissidente.it

E’ lo stesso linguaggio di Hamas, quando Ismail Haniyeh dice “Abbiamo bisogno del sangue di donne, bambini e anziani per andare avanti”. Parole da incubo che mettono in conto la fine violenta di migliaia di persone a Gaza. Parole pronunciate da Hamas, non da Israele, ma che quest’ultima sembra ripetere nel silenzio con gli attacchi incessanti su Gaza, luogo di dolore da dove non sì può fuggire. Ecco, palestinesi ed ebrei sembrano in queste notte vittime dei loro leader, di fronte al mondo. Ostaggi di una politica folle almeno quanto dei nemici.  Il pensiero è cosa accadrà dopo, quando la polvere si sarà abbassata per ,mostrare lo scempio, da una parte e dall’altra.  Qualcuno pagherà più di quanto immagini di dover fare ora. E vivere in una democrazia – o qualcosa che si dichiara tale e cinge d’assedio i disperati – non riuscirà a salvarlo.

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