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Principesse Disney, ecco come influenzano l’autostima dei bambini: lo studio

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Melania Marchegiani

Uno studio dell’Università della California ha studiato la correlazione tra la sicurezza delle bimbe e la forma del corpo delle principesse preferite.

La scelta della principessa preferita dei cartoni animati può incidere sull’autostima di chi le sceglie, è questo ciò che dimostra una ricerca condotta dall’Università della California.

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Come la scelta della principessa preferita influisce sulla stima – lintellettualedissidente.it

Secondo lo studio, infatti, personaggi come Aurora, Biancaneve e Cenerentola sono risultate essere quelle che provocano un’influenza “meno positiva” sull’autostima dei bambini, mentre, i bambini che preferiscono principesse come Merida o Moana di Brave hanno molte più probabilità di essere sicuri di se, grazie alla loro corporatura più “realistica”.

Vediamo quindi nello specifico, in questo articolo, quanto e in che modo la scelta della principessa preferita incide sulla personalità delle bambine o dei bambini.

Principesse come idolo da imitare

I personaggi delle principesse dei cartoni animati vengono ideati in maniera tale da diventare nel tempo dei punti di riferimento da imitare. Infatti, le bambole o le principesse sono spesso rappresentate come estremamente magre e questo fattore implica che la loro forma snella e perfetta è spesso associata al loro grado di desiderabilità, come avviene nei casi di Biancaneve che nel cartone è definita la più bella di tutte o di Aurora che a sua volta viene benedetta con il dono della bellezza.

Per questo motivo, proseguono gli esperti, le bambine vedranno in queste figure personaggi da imitare per la loro fisicità. Nelle pellicole Disney le principesse magre tendono a rafforzare la narrazione sociale secondo cui la magrezza o la bontà del personaggio rendono il soggetto più desiderabile.

Com’è stata strutturata la ricerca

Per svolgere la ricerca, gli studiosi hanno analizzato ed esaminato un set di dati di 61 film Disney, classificando ben 112 personaggi in base alle loro dimensioni corporee è emerso che le principesse dei film Disney più vecchi, come Cenerentola, Biancaneve o Aurora, sono state classificate come “magre”, mentre figure più moderne come Merida rientravano nella categoria “di taglia normale”.

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Le principesse moderne sono preferite dalle bambine e dai bambini – lintellettualedissidente.it

È stato poi intervistato il gruppo di genitori al quale sono state fatte diverse domande: è stato chiesto, tra le altre, quale fosse la principessa con cui i loro figli si identificavano maggiormente. Ne è emerso che la principessa preferita dai più piccini è Elsa di Frozen, che ha vinto nettamente sia tra i maschietti che tra le femminucce. Al secondo posto della classifica si è posizionata Moana, dalle dimensioni realistiche e a seguire, tra le prime dieci, ci sono principesse ultra-magre come Elsa, Anna e Jasmine.

Quanto può influire la magrezza

Il risultato complessivo rivela che i bambini hanno maggiori probabilità di avere una visione positiva della propria autostima se la loro principessa preferita è di dimensioni medie. Mentre coloro che avevano scelto una principessa preferita più magra non sembrano avere un legame significativo con l’autostima.

“Personaggi di questo tipo possono influenzare atteggiamenti consolidati anche se passano inosservati – ha spiegato la psicologa Catherine Hallissey -. I bambini e gli adulti sono influenzati da tutto ciò che li circonda. Quindi, se i piccoli giocano con un certo tipo di giocattolo, questo influenzerà i loro pensieri e atteggiamenti”.

Hallissey prosegue poi spiegando che: “Se quel giocattolo rappresenta una versione idealizzata della bellezza, questo avrà un impatto sulla percezione che il bambino ha del bello e, per estensione, su come si sente all’altezza di questa versione idealizzata della bellezza. Quindi, se un bambino gioca con un giocattolo che ha un tipo di corpo più realistico, è più probabile che sviluppi una visione più realistica della forma, delle dimensioni e delle proporzioni del corpo”

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