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Gli analfabeti funzionali, caratteristiche e conseguenze

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Analfabetismo funzionale. Un concetto esistente da tempo e riportato in auge qualche anno fa anche in un mondo non proprio aulico come quello del calcio. Ricorderete la conferenza stampa di José Mourinho, all’epoca dei fatti allenatore dell’Inter, con frecciate nei confronti dei giornalisti. Ma cosa sono gli analfabeti funzionali? Con questo termine si intende l’incapacità di usare in modo efficace le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. In buona sostanza si manifesta dal punto di vista pratico nell’incapacità di comprendere, valutare e usare le informazioni riscontrabili nella società contemporanea. La definizione arrivò dall’UNESCO già nel 1984 che la considerava come “la condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità”.

Quando è stato coniato il termine?

Il termine è stato coniato in un’indagine sulle famiglie condotta dalle Nazioni Unite nel 1984, che ha riconosciuto la necessità di un concetto di alfabetizzazione più elevato rispetto a quello di alfabetizzazione minima introdotto dall’agenzia nel 1958. Lo studio ha sollevato la questione di una campagna di alfabetizzazione di massa, che avrebbe dovuto mirare a un livello di conoscenza più elevato della semplice capacità di leggere e scrivere. Si sarebbe dovuto far leva, piuttosto, nel concentrarsi sullo sviluppo della capacità di utilizzare queste competenze in relazione a sé stessi e alla propria comunità e nelle circostanze socio-economiche della vita. Il semplice termine di alfabetizzazione, associato a capacità cognitive messe in pratica in ambito scolastico, viene associato a un piano superiore con un orientamento maggiormente associato alla pratica e all’uso continuativo delle abilità acquisite.

Le caratteristiche degli analfabeti funzionali

Se un tempo saper leggere e scrivere era un lusso destinato esclusivamente ad una parte della popolazione, con l’evoluzione naturalmente le cose sono andate migliorando. Una persona analfabeta funzionale ha nel proprio bagaglio queste capacità, comprende il significato delle singole parole ma non riesce a metterle insieme in maniera adeguata per far proprio il senso di un discorso o di un periodo. Possiamo riconoscere un analfabeta funzionale da una serie di caratteristiche così sintetizzabili:

  • Incapacità di comprendere adeguatamente testi o materiali informativi pensati per persone comuni e quindi di non straordinaria difficoltà
  • Scarsa abilità nei calcoli matematici anche più semplici
  • Scarsa competenza nell’utilizzo di sistemi informatici
  • Largo utilizzo di stereotipi e pregiudizi dovuto ad una conoscenza superficiale di fenomeni scientifici, politici, storici, sociali ed economici basata quasi esclusivamente su esperienze personali o di conoscenti
  • Scarso senso critico che porta a non saper distinguere il vero dal falso

Le conseguenze 

Nel 2001 fu condotta un’analisi sull’argomento per capire l’impatto dell’analfabetismo funzionale a livello socio-economico. Lo studio, portato avanti dal Northeast Institute, stimò in miliardi di dollari le perdite dovute ad errori o incidenti riconducibili proprio alla problematica analizzata. Più un paese ha un analfabetismo funzionale basso maggiore è la sua produttività. Ed esiste, dimostrata analiticamente, anche una correlazione tra l’analfabetismo funzionale e la criminalità, dovuta probabilmente anche all’incapacità dei più giovani di farsi valere professionalmente. I soggetti con difficoltà di comprensione sono chiaramente anche più a rischio di intimidazione sociale, per la salute oltre che per lo stress oltre che per la propria condizione economica di base mediamente inferiore.

Le conseguenze dell’analfabetismo funzionale possono essere drammatiche, poi, ancor di più oggi dove la diffusione di notizie dato lo sviluppo del web è trasversale e continua. L’incapacità, già descritta precedentemente, nel discernere tra il bene e il male, comporta la diffusione di fake news che contribuiscono alla creazione di sentimenti di odio e polemica continua. Il tutto, spesso, a vantaggio del potente di turno che sta governando in quel momento.

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