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Il deserto nel futuro dei Palestinesi

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Gianluca Merla

Aumentano le ipotesi su quello che avverrà dopo la fine della guerra. Il futuro dei palestinesi sembra essere nel deserto

L’invasione di terra da parte dell’esercito israeliano sembra essere ormai imminente. I soldati e i carri armati hanno oltrepassato il confine e i rapporti parlano di scontri alla periferia della città di Gaza.

Il deserto nel futuro dei Palestinesi
Si sta pensando a cosa fare dopo la guerra (Ansa) – L’intelettualedissidente.it

Intanto, si moltiplicano le ipotesi di quello che potrebbe essere il dopo, a seguito della conquista “scontata” da parte dell’esercito israeliano della città di Gaza. Dopo la pubblicazione di un documento  del governo israeliano, infatti, si fa largo l’ipotesi che il futuro dei palestinesi sia nel deserto.

Cosa vogliono gli Stati Uniti

Nelle scorse ore i medi israeliani hanno pubblicato un documento confidenziale prodotto dal governo israeliano che affronta il problema dl futuro del popolo palestinese dopo che l’esercito abbia conquistato la città di Gaza. Tra le ipotesi presenti vi è quella, probabilmente preferita per il governo, di allontanare la popolazione palestinese attraverso un vero e proprio esodo verso l’Egitto. Sarebbe questo uno dei piani di Tel Aviv che prevede quindi il trasferimento in massa della popolazione palestinese in Egitto.

Il deserto nel futuro dei Palestinesi
Ecco che cosa ne pensano gli Stati Uniti (Ansa) – L’intellettualedissidednte.it

L’ipotesi, però, è stata scartata anche dagli Stati Uniti, storico e principale alleato di Israele. A rammentarlo è stato John Kirby, il portavoce del consiglio per la Sicurezza Nazionale. “Gli usa non sostengono una dislocazione permanente di abitanti di Gaza fuori dalla Striscia“. Ma il trasferimento dell’intera popolazione palestinese non era l’unica ipotesi che compariva nel documento diffuso dai giornali e che “doveva rimanere segreto”. Un’altra possibilità inclusa nel rapporto è quella di affidare la guida di Gaza e della Striscia all’Anp, l’Autorità nazionale palestinese. Un’ipotesi giudicata follia da molti analisti, in quanto l’Anp è stata sconfitta alle precedenti elezioni (che si sono svolte ormai nel 2006) e la cui vita risulterebbe breve.

Una terza ipotesi, invece, prevede di affidare “il comando” ad un leader arabo locale, non meglio però precisato. Una soluzione dunque generica e poco concreta. Ragion per cui in Israele ritengono più fattibile il trasferimento della popolazione locale al nord del Sinai, prima in una tendopoli, per poi realizzare una vera e propria città. Le proteste dopo la pubblicazione del documento sono state numerose. Il presidente palestinese Abu Mazen ha parlato di “linea rossa da non oltrepassare”. Ma a fargli eco sono stati gli stessi Stati Uniti, che hanno ribadito la loro contrarietà nel trasferire la popolazione palestinese. Da Israele, intanto, fanno sapere che il rapporto non era altro che un documento “concettuale” e nulla di ufficiale e concreto nel breve periodo.

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