Il totale fallimento dell’Intelligence e dell’esercito è sotto gli occhi di tutti. Ma ora c’è chi si è preso la colpa
Sono passati solo 10 giorni dall’attacco di Hamas in Israele. Il colpo più duro nella storia del Paese e della nascita dello Stato.
Sono oltre 1.400 le persone morte a causa del massacro di Hamas di sabato scorso. Una mattanza che non si è mai verificata nella storia della nascita dello Stato ebraico. Le voci di protesta da parte del popolo, dei media e di molti addetti ai lavori si sono alzati subito, ma c’è finalmente qualcuno che si è preso la colpa.
Segnali sottovalutati
Lo Stato di Israele è uno Stato perennemente in allerta per via delle incredibili tensioni che da sempre riguarda il Paese. Al netto di ogni valutazione sulla questione israelo-palestinese, la Difesa del territorio è affidata a numerosi dipartimenti, tra cui il governo, l’esercito e l’intelligence. Tutti apparati che, secondo la maggioranza delle persone in Israele (ma non solo) sabato 7 ottobre hanno fallito, permettendo ad Hamas di compiere una strage. Ma dopo il caos e gli episodi di sangue c’è anche ci ha deciso di ammettere le sue colpe: si tratta di Ronen Bar, capo dello Shin Bet, il servizio nazionale di sicurezza in Israele.
In una lettera ai membri dell’agenzia, Bar ha dichiarato di non essere stato in grado di fornire un’allerta sufficiente per sventare l’attacco. “La responsabilità è mia” afferma il capo del servizio di sicurezza. Un mea culpa che, in realtà, non si tratta però dell’unico episodio di assunzione di responsabilità da parte di un apparato dello Stato. A quelle di Ronen Bar si sono unite infatti anche le scuse del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Herzi Halevi, oltre che dal Capo nazionale di sicurezza e dal Ministro dell’Economia Betzalel Smotrich. Non ci sono ancora state alcune scuse ufficiali da parte del Primo Ministro Netanyahu.
Secondo quanto racconta Bar, alcune ore prima dell’attacco di Hamas c’erano state avvisaglie da parte delle forze si intelligence. A questi sono seguite alcune telefonate con Alti funzionari israeliani, che non avrebbero però fatto emergere una situazione tale da richiedere un azione significativa. Qui l’errore degli uomini del servizio di sicurezza: dispiegare solo una piccola squadra in previsione di un attacco “su piccola scala”. Una scelta sbagliata che, oltre a costare la vita di “dieci dei migliori uomini del Servizi”, dice Bar, ha visto un vero e proprio massacro della popolazione civile.