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Controlli a tappeto sui conti correnti: l’Agenzia delle Entrate non risparmia nessuno

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Antonia Festa

L’Agenzia delle Entrate ha comunicato le procedure per controllare i conti correnti e le operazioni finanziarie. Come si combatte l’evasione?

Il Fisco ha ideato una serie di progetti per favorire la digitalizzazione e l’impiego delle nuove tecnologie nell’ambito della protezione dei dati. Le iniziative sono finalizzate all’adeguamento alle direttive del Garante Privacy.

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L’Agenzia delle Entrate ha predisposto nuovi metodi per scovare gli evasori fiscali – Foto Twitter (intelettualedissidente.it)

 

Sul portale istituzionale dell’Agenzia delle Entrate si possono consultare i documenti che specificano quali dati personali vengono utilizzati e quali sono i metodi impiegati per proteggere le informazioni degli utenti.

In particolare, l’Archivio contiene tutte le informazioni riguardanti i conti correnti, i rapporti finanziari, i movimenti, le giacenze e le operazioni effettuate dai contribuenti. La Legge di Bilancio 2020, inoltre, ha introdotto la possibilità di procedere con le verifiche fiscali anche servendosi dei nuovi strumenti tecnologici e dell’intelligenza artificiale. Per questo motivo, è necessario rispettare specifici obblighi per proteggere gli utenti.

Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è possibile accedere al Data Protection Impact Assessment (DPIA), il processo di trattamento dei dati che il titolare deve effettuare per valutare la necessità e i rischi legati alle operazioni.

Sul sito, inoltre, l’utente può reperire la seguente certificazione tecnica, che specifica le procedure e gli algoritmi in base ai quali avvengono i controlli fiscali anti evasione:

  • Documento di valutazione di impatto sulla protezione dei dati;
  • Documento illustrativo della logica degli algoritmi;
  • Informativa generale sul trattamento dei dati.

Verifiche anti-evasione da parte dell’Agenzia delle Entrate: come vengono selezionati i contribuenti?

È bene precisare che il processo di digitalizzazione non significa affidarsi completamente agli strumenti tecnologici ed eliminare l’intervento umano. Per le indagini di valutazione del rischio, infatti, non si fa ricorso a processi automatizzati. In altre parole, l’impostazione delle indagini e le decisioni relative al rapporto con gli utenti rimangono prerogativa del personale umano.

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Si può consultare la procedura anti evasione dell’Agenzia delle Entrate (intellettualedissidente.it)

 

Le fasi in cui si compone il procedimento di valutazione del rischio di evasione fiscale sono dieci. Nello specifico:

  1. identificazione dei destinatari;
  2. scelta delle basi dati;
  3. messa a disposizione delle basi dati;
  4. verifica della qualità;
  5. determinazione del criterio di rischio;
  6. selezione del modello di analisi;
  7. accertamento del corretto utilizzo del modello e del criterio di rischio;
  8. estrazione e riconoscimento dei soggetti;
  9. test su un campione della sotto-platea di riferimento;
  10. elaborazione delle liste selettive.

Tutte queste fasi sono affidate a funzionari altamente qualificati.

Ma cosa rischiano i contribuenti che sono stati oggetto di accertamenti? L’Agenzia delle Entrate specifica che gli esiti dei controlli non vengono usati per emettere provvedimenti impositivi, ma per segnalare i contribuenti che sono ad elevato rischio. Saranno, poi, le strutture di controllo a stabilire quali azioni intraprendere.

Questo sistema evita che l’eccessivo automatismo negli accertamenti anti evasione fiscale possa ledere la sfera giuridica dei contribuenti.

I dati personali, inoltre, vengono pseudonimizzati, ossia sostituiti con un codice fittizio (il cd. anonimometro). Lo scopo è scongiurare che, nel trattamento dei dati, vengano associate le informazioni finanziarie ad una determinata persona, prima che sia stato constatato un rischio fiscale.

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