Hai il dubbio che tuo figlio possa essere balbuziente? Vediamo come capirlo e quando occorre rivolgersi al medico per risolvere la difficoltà di comunicazione.
Essere balbuzienti può causare disagio e portare ad estraniarsi dal resto delle persone. Vediamo quali aiuti intervengono per superare il problema.
![Come risolvere la balbuzie](https://www.lintellettualedissidente.it/wp-content/uploads/2023/10/Bimba-e-mamma-Lintellettualedissidente.it-20231024.jpg)
Si chiama balbuzie il disturbo del linguaggio caratterizzato da alterazioni del ritmo della parola. La comunicazione è meno fluente a causa di ripetizioni, arresti, prolungamenti di un suono. Chi ne soffre può sentirsi in difficoltà non riuscendo a farsi capire e provando molta fatica ad esprimersi correttamente. Se poi dall’altra parte si trova una persona impaziente e poco comprensiva (se non addirittura che deride) il disturbo peggiora gettando nello sconforto.
Per i genitori riuscire ad aiutare un bimbo balbuziente è molto importante. Solitamente la difficoltà di linguaggio si manifesta tra i tre e i sei anni ma può insorgere anche durante l’adolescenza. Cause della balbuzie sono fattori genetici oppure stati emotivi particolarmente intensi. Pur essendo intelligente quanto i compagni, il bambino balbuziente si sentirà a disagio, si chiuderà in sé stesso isolandosi dagli altri bambini e risultando più introverso. Come evitare che tutto questo accada.
Come possono i genitori aiutare un figlio balbuziente
Nel momento in cui si nota nel bambino una tendenza a balbettare occorre mantenere la calma e dargli il tempo di cui ha bisogno per esprimersi.
![Balbuzie, come aiutare un figlio](https://www.lintellettualedissidente.it/wp-content/uploads/2023/10/Bambina-e-logopedista-Lafuriaumana.it-20231024.jpg)
Bisogna evitare di incoraggiarlo dicendo “Parla con calma”, “Non ti agitare”, “Ripeti insieme a me”. Si può prestare attenzione alle parole che lo mettono in difficoltà e ai comportamenti legati alla balbuzie. Ascoltatelo attentamente, mantenendo il contatto visivo.
Se la situazione dovesse persistere bisogna chiedere l’aiuto di uno specialista come un logopedista o un foniatra che saprà indicare gli esercizi più adatti per limitare il disturbo. Il terapista darà le risorse ai genitori per supportare il figlio e verificherà la capacità di coordinazione nell’articolazione dei suoni e nella valutazione degli aspetti emotivi.
Bisogna, poi, spronare il bambino a compiere da solo piccole azioni quotidiane per aumentare la sua autostima e preferire i commenti a situazioni piuttosto che domande secche che affaticano il bambino.
La lettura è uno stimolo importante per acquisire nuovi vocaboli e imparare sinonimi delle parole che mettono in difficoltà. Leggete con lui o per lui, sarà di grande aiuto. Non spingete il bimbo, poi, verso le competizioni verbali dicendogli, ad esempio, di raccontare un episodio a parenti e amici. Meglio poche frasi più semplici per evitare la pressione sul bambino legata ad una costruzione verbale complicata.