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Cosa fare se rimaniamo bloccati in un’isola deserta? Dobbiamo cercare il cocco, lo dice la storia

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Simone Scalas

Durante il XIX secolo, il cocco divenne un vivido simbolo di esotismo e fertilità nelle rappresentazioni artistiche e culturali europee. Il suo guscio duro e la polpa bianca ispiravano immagini di romantiche spiagge lontane e paradisi esotici. Spesso creavano meraviglia in coloro che non lo avevano mai visto prima.

È una fonte incredibile di idratazione, vitale e sostanzioso, il cocco. Il latte e l’acqua sono ricchi di elettroliti essenziali come il potassio. La polpa di cocco è ricca di grassi, fibre e proteine che danno tanta energia e vitalità. Durante una spedizione avvenuta nel XVI secolo, il cocco giocò un ruolo significativo nel salvataggio dell’equipaggio della nave ammiraglia capitanata da Francis Drake, la Golden Hind.

Durante un viaggio di ritorno dall’America meridionale, la nave rimase bloccata sulla costa del Nicaragua. L’equipaggio esausto e affamato e a rischio malnutrizione, completamente disidratato, caricò nella nave i frutti di cocco. Quando la nave poté ripartire, i frutti salvarono l’equipaggio grazie alle proprietà nutrienti e al contenuto di acqua fresca. Il guscio duro dei cocchi venne utilizzato per riparare piccole parti danneggiate della nave stessa.

Mai darsi per vinti

Cosa fare se rimaniamo bloccati in un’isola deserta?  Cerchiamo subito il cocco, perché la storia dice che in questo modo potremo salvarci. Durante la Seconda guerra mondiale, il pilota americano di nome Allan Ryback fu costretto a effettuare un atterraggio di emergenza con il suo aereo nelle acque dell’Oceano Pacifico. Riback riuscì a sopravvivere all’impatto e dovette lottare in mezzo al mare in un piccolo zatterino di salvataggio senza cibo e acqua.

Arrivato alla deriva, il pilota si imbatté in un gruppo di cocchi che galleggiavano nell’acqua. Ryback riuscì ad aprirli con un utensile improvvisato e a bare il latte di cocco per idratarsi. Il cocco fu la sua principale fonte di nutrizione e idratazione mentre aspettava di essere salvato. Riuscì in questo modo a sopravvivere diverse settimane prima di essere avvistato da una nave di passaggio. Questa storia ha dimostrato a tutti come il cocco possa diventare un elemento vitale per la sopravvivenza in situazioni estreme, cioè quando non ci sono altre fonti di cibo e di acqua.

Cosa fare se rimaniamo bloccati in un’isola deserta o se partecipiamo a un reality

Se ci troviamo bloccati su un’isola deserta, è importante da subito ricercare risorse che possono garantire la sopravvivenza mentre le spedizioni di ricerca proveranno a trovarci. Il primo cibo da cercare e trovare è il cocco. Oltre che per la nutrizione e per l’idratazione, i gusci duri possono essere utili per accendere il fuoco e per creare segnali di fumo con i residui secchi che si trovano all’interno.

Nel 1943, alcuni pescatori giapponesi rimasero bloccati su un’isola deserta chiamata Palmyra nell’Oceano Pacifico. Ci rimasero diversi mesi dopo aver perso la loro imbarcazione da pesca. In una situazione di isolamento e con scarse risorse e pochissima possibilità di soccorso, i naufraghi scoprirono un grande numero di alberi da cocco. Grazie all’acqua e alla polpa riuscirono a nutrirsi e a idratarsi. Il guscio duro del cocco fu utile per raccogliere l’acqua piovana e come utensile per pescare e cucinare. I pescatori riuscirono a sopravvivere per tutti questi mesi fino a che non furono salvati da una nave americana nel 1944, dopo quasi un anno di isolamento. Questo la dice lunga circa l’importanza di questo frutto, che è diventato un simbolo negli ultimi anni grazie al programma. L’isola dei famosi. La prima cosa che fanno i Vip quando arrivano nell’isola è quella di imparare ad aprire il cocco, perché da lì arriva il principale elemento per il sostentamento.

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