Chi siamo

Disclaimer

Privacy Policy

Emanuela Orlandi, nuovi inquietanti racconti: la verità mai sentita

Foto dell'autore

Maria Sole Bosaia

Emanuela Orlandi continua ad occupare le prime pagine dei giornali. Ecco quali nuove vicende sono emerse di recente.

Emanuela Orlandi è un nome che evoca trame oscure e un rapimento mai risolto che ancora oggi causa dolore alla sua famiglia e a tutti quelli che la conoscevano e l’avevano amata. Ma che novità ci sono? Ecco tutti i particolari.

Emanuela Orlandi, cosa è emerso sui suoi amici e amiche
Emanuela Orlandi, nuove rivelazioni sul caso-(Foto: Ansa)-lintellettualedissidente.it

 

Emanuela Orlandi sembra svanita nel nulla dal 22 giugno del 1983 al termine di una lezione di musica dopo la quale sarebbe dovuta tornare a casa. Ultimamente si è tornati a parlare di lei in merito alla possibilità di istituire una Commissione bicamerale d’inchiesta. Ma cosa è accaduto?

Emanuela Orlandi: “lei è narcotizzata”

Nelle indagini sulla sparizione di Emanuela Orlandi sono state interrogate molte persone, seguite tante piste e altre tralasciate. Il giornalista Fabrizio Peronaci sulla cronaca di Roma del Corriere della Sera ha citato le storie di alcuni amici della cittadina vaticana scomparsa 40 anni fa.

Emanuela Orlandi, sconvolgenti scoperte
Emanuela Orlandi, le ultime angoscianti sorprese – (Foto: Ansa)-lintellettualedissidente.it

 

Raffaella Monzi all’epoca dei fatti aveva 19 anni e studiava musica al Sant’Apollinare, come l’allora quindicenne. È stata l’ultima a vederla in vita e raccontare di averla notata prendere accordi per un’attività di volantinaggio per conto della Avon al prezzo di 375 mila Lire. In seguito la giovane disse di sentirsi pedinata e minacciata da persone che non sono mai state identificate, così la sua famiglia si trasferì per un certo periodo a Bolzano.

Anche lì però le persecuzioni proseguirono. Oggi Raffaella si trova in una clinica psichiatrica. Silvia Vetere era nella stessa classe della sorella minore di Pietro Orlandi al Convitto Nazionale. Durante la seconda inchiesta rivelò a inquirenti e giornalisti che l’amica le disse che non l’avrebbe vista per un po’. Purtroppo Silvia ha avuto problemi di tossicodipendenza e mentali finendo in strutture psichiatriche.

Oggi suo cugino Massimo Festa sostiene che la parente sia stata portata in strutture psichiatriche per evitare che ripetesse ciò che aveva già rivelato sul celebre sequestro. Secondo lui nel corso degli anni la cugina è stata bombardata di farmaci, narcotizzata e annichilita a livello fisico e mentale.

Infine c’è Pierluigi Magnesio, un compagno di classe della rapita. Secondo gli investigatori sarebbe stato lui a telefonare le prime tre volte a casa della ragazzina e poi ancora durante una diretta di Telefono Giallo nel 1987. In quell’occasione aveva dichiarato che se avesse parlato l’avrebbero ucciso. Ma chi? Non è dato saperlo perché nel frattempo si è trasferito all’estero. Pare che davvero su questo caso gravi una specie di “maledizione”. Ci sarà mai una soluzione?

Impostazioni privacy