I grandi patrimoni possono essere il frutto di un’eredità, di un colpo di fortuna nella vita o, più di frequente, di un percorso fatto di sacrifici e strategie. Il che è come dire che nulla si crea dal nulla o nasce dal caso, mentre la costanza, unita a un chiaro obiettivo di fondo e una valida strategia operativa possono fare tanto.
In tema di piani di risparmio efficaci, per esempio, il PAC dimostra da sempre di essere valido per chi punta a costituire un certo capitale a scadenza. Vediamo come funziona, anticipando solo che con 5 trucchi e questo regime di capitalizzazione si può accumulare un ricco capitale a scadenza sfruttando i risparmi mensili.
I primi 2 segreti di un PAC di successo
Il Piano di Accumulo del Capitale è una forma di investimento che aiuta a costituire un X capitale a scadenza. A grandi linee consiste nell’accumulare, a una periodicità prestabilita, e investire delle date somme di denaro con carattere continuativo.
Se si dispone di profonda conoscenza della materia finanziaria si può costruire un prodotto home made, tarato ai propri obiettivi. In alternativa ci si può affidare a uno dei vari PAC proposti dagli intermediari (o promotori) finanziari.
Tuttavia, al pari di altre scelte nella vita anche qui non vale il detto “uno (prodotto) vale l’altro”. Un Piano di Accumulo di successo presenta quasi sempre certi tratti distintivi. Il primo attiene ai costi, che da un lato sono palesi e trasparenti, dall’altro sono molto contenuti. Un mancato costo è sempre un primo incasso certo.
Con 5 trucchi e questo regime di capitalizzazione si può accumulare un ricco capitale a scadenza sfruttando i risparmi mensili
Ora vediamo altre 3 “raccomandazioni” che attengono invece al risparmiatore e non al prodotto con cui si incarna il PAC.
Un altro doppio “imperativo” da darsi sarebbe quello effettuare versamenti costanti e, soprattutto, in linea con le proprie effettive disponibilità. Meglio 100 € fisse al mese, per esempio, anziché versare quote sporadiche o del tipo una tantum. Oltretutto gli acquisti costanti e spalmati nel tempo hanno in genere il dono di ottimizzare il prezzo di carico di uno strumento finanziario.
Il regime di capitalizzazione composta
Infine, l’ultimo cenno da fare riguarda il regime di capitalizzazione dei proventi, interessi e/o dividendi che siano e pagati dal o dai prodotti sottoscritti. Al riguardo non ci sono dubbi di sorta, nel senso che la capitalizzazione composta si lascia preferire senza se e senza ma.