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Palermo, arrestata per corruzione preside antimafia: i dettagli

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Claudio Agave

Incredibile quanto accaduto oggi a Palermo, nello specifico alla scuola Giovanni Falcone del quartiere Zen della città. Una delle esponenti più note dell’antimafia cittadina e nazionale, la preside della scuola Daniela Lo Verde, sorprendentemente è stata infatti arrestata dai Carabinieri con l’accusa di peculato e di corruzione. La preside infatti, secondo quanto spiegato, si sarebe appropriata di cibo per la mensa dell’istituto ma anche di computer, tablet e IPhone destinati invece agli alunni e acquistati con i finanziamenti europei. Lo Verde era stata insignita anche del titolo di Cavaliere della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella proprio per il suo impegno antimafia.

La vicenda

Insieme alla Lo Verde è stato arrestato anche il vicepreside della scuola, ovvero Daniele Agosta. Anche l’uomo è accusato di aver compiuto gli stessi illeciti, di fatto collaborando con la preside a riguardo. Lo Verde e Agosta sono al momento ai domiciliari. Nelle indagini sarebbe coinvolta anche una terza persona, ovvero una dipendente dell’R-Store di Palermo che avrebbe regalato materiale gratuito proprio alla presidente in cambio della fortinura alla scuola Falcone.

Anche questa persona è attualmente ai domiciliari e sarebbe stata messa in condizione di fare preventivi su misura che potessero andare a discapito di altre aziende per acquisti nell’ambito di progetti finanziati dagli enti pubblici. Tra i finanziamenti in questione ci sono quelli del progetto Stem, del progetto Edu Green e del Decreto Sostegni Bis per le scuole. Di fatto, sarebbero più di 700.000 euro di fondi complessivi da utilizzare per la scuola.

Di certo non un bellissimo spot e, soprattutto, una storia davvero strana. Prevedibile che, qualora venga confermata la sua colpevolezza, la preside si vede revocata la nomina a Cavaliere della Repubblica. Nei prossimi giorni emergeranno nuovi dettagli sulle indagini ma la posizione di Daniela Lo Verde sembra essere quasi del tutto compromessa. Questo anche per via dei video delle indagini da parte dei Carabinieri di Palermo.

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