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L’impatto del covid-19, come è cambiata la nostra vita

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Ignazio Taormina

Da ormai più di tre anni, conviviamo con una pandemia, il nuovo coronavirus, ribattezzato dagli esperti, Covid-19. Quale è stato l’impatto del Covid-19 sul nostro paese e sulla popolazione?

L’impatto del covid-19 e come sono cambiate le abitudini

Risulterebbe irrispettoso non ricordare le oltre 130 mila persone che hanno perso la vita a causa di questa maledetta pandemia, ma vogliamo focalizzarci più su come tale virus abbia cambiato in negativo la nostra vita.

Tanti studi hanno evidenziato l’aumento di casi di depressione causata dall’impatto del covid-19 che con la mancanza di interazione in presenza durante i periodi di lockdown o di restrizione.

In molte persone è rimasto sovente uno stato d’ansia che si manifesta con il continuo uso dei dispositivi di protezione, come la mascherina o i vari gel igienizzanti. Per non parlare della fobia dei luoghi affollati che, sempre secondo studi specifici è aumentata esponenzialmente.

A risentirne di più sono stati i bambini e gli studenti

L’impatto del covid-19 non ha risparmiato neanche i bambini che hanno risentito molto di questa pandemia, molti sono i casi di scarsa socializzazione tra coetanei o paura di allontanarsi dal nucleo familiare. La scuola e gli studenti sono stati altro bersaglio del virus, cambiando radicalmente la propria struttura.

La DaD (Didattica a distanza, ndr) ha generato molte perplessità, sia da parte dei docenti,  sia dalle famiglie degli alunni che dagli stessi studenti per finire.

Su tale argomento si è più volte espresso il critico d’arte, saggista, sottosegretario alla cultura ed opinionista televisivo Vittorio Sgarbi; ribadendo con toni accesi, come è sua consuetudine fare che la generazione degli studenti in DaD sarà la più ignorante della storia.

L’impatto del covid-19 ha lanciato una nuova categoria di influencer: i virologi

Per mesi e mesi ci hanno detto cosa fare, come comportarci, pareri spesso discordanti tra loro ed ancora oggi dopo più di tre anni ce li ritroviamo nei più importanti salotti dei talk show televisivi. Parliamo dei virologi, figura diventata indispensabile nel periodo di piena pandemia. Molti addirittura si sono lanciati anche sui social network diventando simili a degli influencer, come il Dott. Burioni ed il Professore Massimo Bassetti, che con tweet al vetriolo il primo e con varie dirette instagram il secondo e spesso ancora oggi opinionista in tv, ci dicevano come affrontare la pandemia. Più riservato, ma tra i più apprezzati, troviamo il professor Galli, spesso voce fuori dal coro rispetto a tutti gli altri virologi, numerosissime le querelle con Burioni e Pregliasco. Con quest’ultimo che spesso cercava di mitigare i dibattiti gettando acqua sul fuoco, mettendo al centro della discussione la pandemia e le possibili cure.

Indimenticabile anche il tutorial, su come lavarci le mani di Barbara D’Urso, addirittura pubblicamente ringraziata dall’allora vice presidente del consiglio Di Maio per l’attività di informazione da lei svolta per una corretta igienizzazione delle mani.

La convivenza con il coronavirus

Da Dicembre del 2019 questo virus oramai, purtroppo, fa parte della nostra quotidianità. Si spera che si faccia da parte presto ma attualmente sembra passata in gran parte della popolazione quell’ansia e quella paura di cui raccontavamo sopra, la spesa non viene più sanificata una volta arrivati a casa, niente più saluti con i pugni o con i gomiti, si è tornati al bacio in guancia e addirittura da qualche punto vendita sono scomparsi quei divisori in plexiglass che dovevano proteggere dalle esalazioni salivari.

Dimenticati i concerti pomeridiani sui balconi e l’hashtag “andrà tutto bene” per molti giovani è diventato “andremo tutti a bere” poiché uno dei settori che più ha risentito delle restrizioni, ma ad oggi è quello con i dati migliori dopo la ripartenza è proprio il comparto della movida che comprende pub, discoteche e locali notturni, che dopo mesi di magra, adesso vedono migliaia di giovani in ogni parte dello stivale recarsi nelle proprie strutture e consumare.

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