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Zelensky è convinto che sta vincendo

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Paolo Zignani

Come se niente fosse, Zelensky ripete i suoi annunci di vittoria e i suoi appelli. Come se dell’indipendenza dell’Ucraina importasse ancora.

La tragedia dell’Ucraina, invasa, bombardata e in macerie, non fa più notizia. Il presidente Zelensky ha usato i media ossessivamente per chiedere aiuto e armi contro la Russia, finché i media, assetati di novità e di nuove tragedie, l’hanno accantonato. La controffensiva è fallita, quindi non merita più grande attenzione. La guerra d’Ucraina sin dall’inizio si è sdoppiata in un conflitto mediatico, che ha visto i media arruolati come forze speciali. Le quali ora stentano a raccontare che cos’è successo, perché e come la Russia si è presa il Donbass.

Zelensky è convinto che sta vincendo
Vigili del fuoco in azione per spegnere le fiamme a Kharkiv, nella notte – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Poi, quel che è peggio, è scoppiata un’altra guerra, oltretutto in Medio Oriente. Dove la Palestina è ormai tradizionalmente un luogo dello spirito, come Israele, in una terra in rapporto alla quale si caratterizza una politica. Dunque va assecondata la pulsione di chi preferisce occuparsi di ciò che sente più proprio? O forse non vale la pena di scoprire l’imprevista consonanza con un Paese sconfitto e devastato come l’Ucraina? Ai confini con la Russia, per mesi, i commentatori hanno sostenuto che si giocava una partita importantissima per l’Occidente e il mondo intero, salvo poi accorgersi che il cuore batte altrove e che aiutare l’Ucraina costa troppo.

Tra morti e feriti, in mezzo alle macerie Zelensky resta solo

Ma Volodymyr Zelensky insiste imperterrito nei suoi annunci, trasmessi sul suo canale Telegram, carichi sia di dolore che di un singolare entusiasmo per una vittoria che vede solo lui. Le forze ucraine, come sostiene il presidente con tono epico, ha fermato il nemico, che tentava di avanzare verso Vuhledar. L’esercito di Kiev ha reagito vittoriosamente infliggendo pesanti perdite: dozzine di veicoli, molti uomini uccisi e molti feriti.

Zelensky è convinto che sta vincendo
Droni russi si sono abbattuti nella notte su Kharkiv – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Poche ore dopo sono uscite ben altre notizie, sul giorno di guerra successivo, il numero 618. Si è saputo che la Russia ha intensificato i suoi attacchi. Dalla capitale Kiev i dispacci parlano di bombe russe su 118 villaggi che si trovano in 10 regioni ucraine. Più o meno simultaneamente ai suoi annunci di vittoria, Zelensky parla di adesione all’Unione europea. Il presidente riferisce che le sette raccomandazioni date da Bruxelles sono state messe in pratica il prima possibile, allo scopo di iniziare i colloqui.

In realtà è la Russia ad avanzare bombardando i villaggi

Il capo di Stato insiste comunicando in un video messaggio che la Russia sta perdendo il controllo del Mar Nero. Lo dimostra il fatto che la flotta russa si sta ritirando verso le sponde orientali, da quanto afferma il presidente, convinto che l’Ucraina si riprenderà tutto il mare. La sua interpretazione è che la Russia può soltanto compiere attacchi sui singoli luoghi, senza però dar segno di possedere il controllo di tutta l’area conquistata. Se fosse vero, Zelensky potrebbe ottenere dalla comunità internazionale il mancato riconoscimento alla Russia di un’estensione territoriale che non è sancita dalla sicurezza della popolazione.

Così, il Donbass verrebbe di nuovo formalmente considerato all’interno dei legittimi confini dell’Ucraina. Il risultato però sarebbe il perdurare del conflitto con Mosca, che intanto sta stringendo d’assedio Aviidvka, vicino a Donetsk. Ancora, Kharkiv è in fiamme, bombardata con i droni, mentre altrove la Russia ha lanciato missili. Infine, la triste notizia è che se i russi, come ha dichiarato il presidente, sono stati fermati a Vuhledar, significa che sono arrivati ben oltre Donetsk e che probabilmente vogliono continuare ad avanzare. Procede pure Zelensky, recatosi a Granada per partecipare a un incontro a livello europeo, da dove rinnova la sua richiesta di integrazione europea, con allegato l’aiuto militare, politico ed economico.

Richiesta che significherebbe, fra l’altro, ulteriori forniture di armi, ma anche di missili Patriot da parte americana. Nello stesso tempo, gli Stati Uniti fanno i conti. Il Congresso ha fermato alcune settimane fa il piano di aiuti a Kiev proposto dalla Casa Bianca; sulla stessa linea è intervenuto Donald Trump, che chiede all’Ue di impegnarsi quanto gli Stati Uniti, proprio mentre in Medio Oriente si consuma una tragedia ancora più sanguinosa.

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