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Wall Street Journal, giornalista arrestato in Russia con l’accusa di spionaggio

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Claudio Agave

Nuova potenziale crisi diplomatica (e non solo) tra Russia e Stati Uniti. Un giornalista americano di origini russe, ovvero il 32 anni Evan Gershkovich del Wall Street Journal, è stato infatti arrestato a Ekaterinburg, proprio in Russia, con l’accusa di spionaggio. A riferire la notizia è Interfax, previa citazione di un comunicato dei servizi d’intelligence russi FBS. Il giornalista parla fluentemente russo e ha lavorato anche per la testata Moscow Times in passato.

Le accuse dell’FBS

In un comunicato i servizi segreti russi hanno spiegato di aver fermato le attività illegali del corrispondente del Wall Street Journal Evan Gershkovich, che sarebbe come detto accusato di spionaggio e rischierebbe 20 anni di carcere. L’accusa è pesantissima: “su istruzione degli Stati Uniti, stava raccogliendo informazioni su una delle imprese del complesso  militare-industriale russo, che rappresentano un segreto di Stato”.

A commentare il caso anche il sito indipendente Meduza. Si spiega come ieri si fosse già diffusa la voce di un uomo fermato dalle forze di sicurezza in un ristorante. Quest’ultimo sarebbe stato portato via con la testa coperta da un magliore. A quanto pare si tratterebbe proprio di Gershkovich. Dal canto suo, tramite una nota, il Wall Street Journal ha fatto emergere una grande preoccupazione per l’uomo: “Il Wall Street Journal respinge con veemenza le accuse dei servizi di sicurezza russi e chiede l’immediato rilascio di Evan Gershkovich, un giornalista affidabile e coscienzioso. Siamo solidali con Evan e la sua famiglia”.

Le parole dai ministeri russi

Tramite il suo canale Telegram, la portavoce del Ministro degli Esteri Maria Zakharova ha commentato l’evento. La donna è intervenuta spiegando che il giornalista è stato fermato per cose che non hanno nulla a che fare con il suo mestiere. “Purtroppo non è la prima volta che lo status di corrispondente straniero, il visto giornalistico e l’accreditamento vengono utilizzati da Paesi stranieri nel nostro per coprire attività che non riguardano il giornalismo. Quest’uomo non è stato il primo occidentale a essere scoperto”.

Aggiunge carne sul fuoco anche il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, il quale afferma che non si tratta di sospetti ma di un uomo che è stato colto in flagrante. Peskov ha poi aggiunto che, secondo lui, gli Stati Uniti non devono compiere atti di rappresaglia. “Ci auguriamo che ciò non avvenga. E non deve avvenire”.

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