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Un uomo è rimasto bloccato a mille metri in una grotta della Turchia

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Paolo Zignani

Un’esplorazione scientifica si era trasformata in una trappola mortale, ma i soccorritori hanno saputo compiere un vero e proprio miracolo

Da sabato 2 settembre, quando lo speleologo statunitense Mark Dickey ha chiesto aiuto, la solidarietà internazionale si è subito scatenata. In un video inviato ai colleghi, ha spiegato di non poter uscire con le proprie forze dalla grotta Morca. La fenditura sotterranea, un budello strettissimo, gelido e molto umido si trova sulla catena montuosa del Tauro, nel Sud della Turchia. Fra le grotte turche, la Morca è la terza per profondità.

Un uomo è rimasto bloccato a mille metri in una grotta della Turchia
Lo speleologo Mark Dickey appena messo in salvo – lintellettualedissidente.it Ansafoto

A soccorrerlo sono arrivate 200 persone da diversi Paesi, a dimostrazione di quanto sia importante la collaborazione internazionale a sostegno delle imprese individuali in una professione di ricerca di grande valore per la conoscenza del pianeta Terra. L’intervento di estrazione è iniziato sabato 9, con gli strumenti necessari a muoversi senza provocare frane sotterranee.

Imprigionato nel sottosuolo e colpito da un’emorragia

Mister Dickey, 40 anni, ha avuto un’emorragia gastrointestinale il 2 settembre, quando già si trovava a 1.040 metri di profondità, a 200 dal punto più basso. Ha cominciato a vomitare sangue e si è sentito perduto, con i suoi compagni di missione che non potevano prestargli cure mediche specifiche. Tanto più che non ci si può permettere di restare bloccati in quella situazione, dove un’eventuale pioggia avrebbe cancellato ogni residua speranza. Fortuna ha voluto che il meteo fosse clemente.

Un uomo è rimasto bloccato a mille metri in una grotta della Turchia
Mark Dickey esce dalla grotta issato con una fune – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Lo speleologo ha potuto mandare dei video ai colleghi per far comprendere le sue particolari difficoltà. Per riportarlo in superficie, è stato necessario organizzare in pochi giorni una delle operazioni di salvataggio più complesse che si siano mai viste, suddividendo i compiti fra i gruppi di soccorso arrivati da Italia, Ungheria, Bulgaria, Croazia e Polonia, oltre agli uomini della Federazione speleologica turca.

Senza fiato, in mezzo al fango e all’acqua gelida

Sono stati presenti anche alcuni psicologi a tutela della condizione generale di benessere dell’esploratore, che comunque ha mantenuto il buon umore. Ed è stata compiuta una trasfusione di sangue per rimetterlo in forze. E’ stato necessario trasportarlo fuori dalla grotta in barella, senza danneggiare le rocce, già a rischio di frantumazione e caduta. In alcuni punti i soccorritori sono riusciti ad allargare il passaggio, usando la dovuta delicatezza. Si trovano infatti fango e acqua nella grotta, che rendono la discesa decisamente rischiosa.

Senza fiato, in mezzo al fango e all'acqua gelida
Lo speleologo in ambulanza verso l’ospedale di Mersin – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Un gruppo di soccorritori ha issato con una fune, verticalmente, la barella su cui l’uomo è stato collocato in sicurezza, fino all’uscita dalla grotta, nella notte fra lunedì 11 e martedì 12 settembre. I gruppi di tiro, per lo sforzo compiuto al freddo in condizioni di scarsa ossigenazione, hanno dovuto tornare in superficie per riposarsi e poi scendere di nuovo, a turno. La presenza di molti speleologi in grado di muoversi in contesti simili ha accelerato le operazioni. Grande importanza ha poi avuto il relativo miglioramento delle condizioni di salute dell’esploratore.

Un percorso che racconta millenni di storia naturale

Dickey oltre a essere ben noto nel settore per le esplorazioni che ha compiuto nelle grotte di tutto il mondo, è soccorritore egli stesso, tanto da far parte di diverse operazioni di salvataggio di colleghi. Già domenica 10 lo speleologo è stato trasportato dai 1.120 metri di profondità, a cui si trovava, a 700, dov’è stato possibile allestire un campeggio minimo. Ha rivisto la luce delle stelle dopo nove giorni di buio totale. La Federazione speleologica turca ha ringraziato ufficialmente tutte le persone intervenute con estrema abilità. Tra gli altri c’erano anche i tecnici del Soccorso alpino del Trentino, che hanno già maturato notevole esperienza nei salvataggi.

Un percorso che racconta millenni di storia naturale
Lo speleologo americano tra i soccorritori – lintellettualedissidente.it Ansafoto

La grotta di Morca è in realtà un sistema di grotte particolarmente affascinante, che si trova sull’altopiano di Taseli, nella provincia di Mersin. E’ la regione del monte Tauro, una catena di rilievi che corre parallela alla costa mediterranea, nel sud della Turchia. Attraverso la fenditura terrestre, per quanto rappresenti una sfida difficile percorrere i suoi 1.300 metri di profondità, è possibile apprendere molte informazioni sulla geologia della Turchia.

La sfida poteva facilmente costare la vita a Mark Dickey. Sarebbe bastato un temporale, per rendere impraticabile il pertugio sotterraneo. Infatti il meteo prevedeva abbondanti piogge nella zona di Morca, perciò le operazioni sono state accelerate il più possibile. Una volta uscito a riveder le stelle, alle 23.35 italiane, lo speleologo americano è stato portato all’ospedale di Mersin per le cure del caso. I medici comunque hanno constatato il suo miglioramento, dopo diversi giorni di paura. Mark Dickey però ha saputo dimostrare presenza di spirito e, inutile dirlo, una costituzione fisica più che robusta.

 

 

 

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