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Perché Israele si sente invincibile

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Gianluca Merla

Le Forze di Difesa possono contare su tecnologie all’avanguardia in grado di abbattere qualsiasi razzo. E ora hanno una nuova arma

La guerra in medio Oriente, tra Israele e Hamas, sta producendo migliaia di morti, sotto lo sguardo preoccupato dell’Occidente e compiaciuto di chi, invece, sperava in uno scontro sanguinoso e duraturo.

Perché Israele si sente invincibile
Israele si sente invincibile e indistruttibile (Ansa) – L’Intellettualedissidednte.it

Lo Stato ebraico si trova in una posizione geograficamente esposta e pericolosa, circondata da Paesi ostili e che vedrebbero con grande favore la sua distruzione (prima su tutti l’Iran). Tuttavia, nonostante le numerose difficoltà. Israele si sente davvero invincibile, ma perché? La risposta potrebbe arrivare dall’ultima innovazione tecnologica in termini di difesa.

Il sistema antimissilistico Arrow 3, migliore di Iron Dome

Come fa un Paese come Israele, circondato da Paesi nemici “ben armati” e apertamente ostili, a continuare a mantenere integro il proprio territorio? La risposta è tutta nel sistema di difesa antimissilistico che rende Israele praticamente impenetrabile dal punto di vista di eventuali bombardamenti o lanci di missili balistici, anche da grandi distanze. Ma ad aumentare le sicurezze di Israele non è solo il famosissimo sistema “Iron Dome”, che protegge i cieli di Tel Aviv e di tutto il territorio israeliano, ma le recenti innovazioni tecnologiche, immediatamente acquisite dall’Occidente.

Perché Israele si sente invincibile
La Germania ha acquistato il sistema pagando 3,5 miliardi (Ansa) – L’intellettualedissidednte.it

Stiamo parlando del nuovo sistema antimissilistico Arrow 3, realizzato da Israele e Stati Uniti e acquistato immediatamente dalla Germania. Un investimento di 3,5 miliardi di dollari che garantirà alla Difesa tedesca una delle migliori – se non la migliore – piattaforme antimissilistiche esistenti. Si tratta di un sistema ATBM (anti missili balistici tattici antitattici) e si basa in parte sulle versioni precedenti da cui prende il nome: Arrow 2. È un sistema incredibilmente efficace nella rilevazione, tracciamento e intercettazione di missili TBM, i quali possono essere in grado di trasportare anche testate nucleari o missili batteriologici o chimici. Il suo raggio di azione si estende su 2.500 chilometri, con un’altitudine di 100 chilometri.

Ma le novità apportate dal sistema sono principalmente due: la velocità (circa 5 volte la velocità del suono) e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Queste due caratteristiche permettono al sistema antimissilistico di intercettare e abbattere anche missili a testata multipla. Un vero gioiello a disposizione di Israele, addirittura considerato superiore rispetto all’Iron Dome (considerato da sempre la cupola di ferro sui cieli israeliani). A sancire la sua efficacia anche i costi particolarmente elevati. Un solo missile del sistema Arrow ha un costo di 3 milioni di dollari e, come abbiamo visto, il costo dell’intera piattaforma può arrivare anche a 4 miliardi di euro.

È stato già utilizzato

Israele può contare quindi non solo su un esercito professionalizzante, altamente efficiente, ben armato e addestrato. Tel Aviv è infatti praticamente impenetrabile dall’alto, e se con Iron dome i cieli israeliani potevano essere considerati “puliti”, ora con Arrow 3 Israele si sente invincibile. Un sistema che è entrato in funzione proprio durante la guerra scoppiata nella Striscia di Gaza. Nelle scorse ore, infatti, i ribelli Houti dello Yemen hanno annunciato di aver lanciato alcuni razzi e droni sui cieli del Sud di Israele. Un episodio confermato dalle stesse autorità israeliane.

I missili e i droni lanciati dallo Yemen sono stati tutti intercettati e distrutti all’altezza di Eilat, una città a Sud di Israele. L’esercito israeliano ha annunciato che i razzi sono stati tutti abbattuti dal sistema Arrow 3, mentre l’aeronautica ha fatto il resto distruggendo i droni. Un’azione dimostrativa, quella compiuta di ribelli yemeniti, ma che ha visto ancora una volta Israele sicura della sua invincibilità, almeno dal cielo. Una condizione di vantaggio rafforzata anche dalla presenza, costante e attenta dell’alleato numero 1 di Israele: gli Stati Uniti.

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