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Hamas sa come sfuggire ad Israele

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Gianluca Merla

Nonostante le forze di intelligence più avanzate al mondo, Israele è stata ingannata grazie a mezzi considerati “antiquati”

L’attacco dell’8 ottobre in Israele ha lasciato uno squarcio enorme nella memoria dei cittadini israeliani, ma non solo.

Hamas sa come sfuggire ad Israele
L’organizzazione terroristica è riuscita ad aggirare il Mossad (ansa) – L’intellettualedissidente.it

Le difese dei confini di Israele sono da sempre considerate impenetrabili, così come l’efficacia dei servizi di intelligence di Tel Aviv, passati alla storia come i migliori al mondo. Ma quel sabato mattina quasi nulla ha funzionato davvero e le milizie di Hamas sono riuscite a fare una strage di civili, causando la reazione violenta delle bombe. Ecco come come Hamas è riuscita a sfuggire ad Israele.

Telefoni fissi e tunnel: così Hamas si è resa impenetrabile

Com’è stato possibile che i miliziani di Hamas, tecnologicamente e strategicamente inferiori ad Israele, siano riusciti ad ingannare il Mossad e lo Shin Bet? Sono stati in tanti a chiederselo quel sabato mattina dell’8 ottobre, quando un bagno di sangue ha invaso i Kibbutz a Sud di Israele. Le due migliori agenzie di 007 al mondo, aggirate da un’organizzazione terroristica che opera con mezzi molto meno sofisticati e tecnologicamente inferiori rispetto a quelli israeliani. Ma forse è stato proprio questo il segreto che ha permesso ai “martiri” palestinesi di compiere una breve invasione in pieno territorio israeliano.

Hamas sa come sfuggire ad Israele
Tunnel sotterranei e rete telefonica fissa (ansa) – L’intellettualedissidente.it

Per poter aggirare i sistemi di controspionaggio dell’intelligence israeliana, i terroristi di Hamas hanno utilizzato mezzi tecnologicamente antiquati, ma quasi impossibili da intercettare con la tecnologia moderna. Nessun canale digitale, solo rete telefonica fissa da usare all’interno di tunnel sotterranei nella città di Gaza. Ma anche un’incredibile capacità di non far fuoriuscire alcuna informazione al di fuori di pochissime persone fidate. Nemmeno numerosi uomini dell’élite militare di Hamas era a conoscenza, fino a poche ore prima, del piano preparato per la sanguinosa invasione durante un sabato di Shabbat.

Si è trattato quindi di un’operazione di controspionaggio in vecchio stile che è riuscita ad aggirare le moderne tecnologie di controllo e monitoraggio. La rete di tunnel sotterranei di Gaza è stata soprannominata “la metropolitana” per via della sua ampiezza ed estensione. Tutte le linee telefoniche erano cablate e non era ammesso nessun telefonino o computer. Le riunioni solo dal vivo permettevano la totale segretezza, condivisa con un manipolo di uomini, fino a qualche ora prima di avanzare. È stato quello il momento in cui gli uomini armati che per mesi si erano addestrati – forse con il supporto dell’Iran – hanno saputo l’entità della strage che di lì a poco avrebbero compiuto.

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