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E’ colpa nostra, dicono in Israele

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Paolo Zignani

In una breve intervista andata in onda su La7, Gad Lerner rivela l’enorme differenza tra il vero Israele e la sua rappresentazione italiana.

Il calo di popolarità del premier Benjamin Netanyahu è notevole: ormai il capo del governo è in minoranza nei sondaggi e i motivi sono messi in evidenza nelle numerose manifestazioni di protesta dei cittadini israeliani. In Italia, al contrario, impazzano su tutte le reti tv e i giornali giornalisti che con entusiasmo si schierano con Israele e il suo governo. Oltre a ciò, incitano gli italiani a schierarsi con altrettanto vigore per la cosiddetta “unica democrazia” del Medio Oriente. E’ toccato a Gad Lerner, ebreo d’origine nato in Libano, mettere in luce le pesanti critiche che colpiscono Netanyahu in patria.

E' colpa nostra, dicono in Israele
Gad Lerner, giornalista e fino a qualche anno fa conduttore televisivo della Rai – lintellettualedissidente.it Ansafoto

La leadership di Israele non sa che pesci pigliare, come ha dichiarato Lerner all’inizio dell’intervento di venerdì 13 ottobre a Propaganda Live, il programma di La7 condotto da Diego Bianchi, in arte Zoro. Chi conosce la storia di Israele sa che Netanyahu teneva comizi contro Yitzak Rabin, quando quest’ultimo stringeva la mano ad Arafat a Oslo, nel ’94. E accusava Rabin di essersi accordato con il nemico, tradendo il suo popolo, perché sarebbero stati concessi alla Palestina dei territori citati dalla Bibbia ebraica. Pochi mesi dopo un estremista israeliano assassinava Rabin.

Quello che da noi non dicono i sostenitori di Israele

Ormai tutti possono constatare i pessimi risultati ottenuti da Netanyahu. Il quale appare del tutto impreparato e screditato, al punto che, quando alcuni suoi ministri sono andati negli ospedali a visitare i feriti, sono stati mandati via a male parole. Dopo mesi e mesi di proteste degli israeliani contro una riforma della giustizia che vuole sottomettere completamente la magistratura al volere del governo, ora anche l’esercito dimostra di aver compiuto enormi passi indietro e di non saper più garantire la sicurezza, per quel che può significare questa parola in Israele.

Da più di una settimana, sostiene Gad Lerner, l’esercito di Netanyahu prepara l’invasione ma poi fa un passo indietro, per l’evidente pericolo che vengano uccisi gli ostaggi, più di 200. In Italia si fa il processo alle parole più o meno felici di Patrick Zaki, togliendogli incontri pubblici e interviste, come se stesse cercando di aizzare le folle a unirsi a Hamas, ma in Israele le critiche mosse a Netanyahu da personaggi influenti sono molto pesanti.

Netanyahu è criticato dai cittadini israeliani

Secondo David Grossmann la famiglia del premier ricorda quella di Ceausescu. Da parte propria Tamir Pardo, che grazie alla nomina dello stesso Netanyahu ha diretto il Mossad per cinque anni, non si otterranno mai risultati positivi. Andrà così, finché a Tel Aviv ci sarà un governo che comprende ultra-ortodossi messianici, razzisti e fascisti, gente per la quale il paragone con il Ku Klux Klan vale un complimento. Hanno coperto la recrudescenza nei territori occupati, perché Gaza è ancora occupata militarmente, e pogrom dei coloni contro i villaggi palestinesi.

E' colpa nostra, dicono in Israele
Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Ora è iniziata la fase della vendetta e della dimostrazione di forza, ha continuato Gad Lerner. Ma Edith Bruck, superstite della Shoah, ha detto che la vendetta non serve. Yahir Lapid, uno dei leader dell’opposizione israeliana, ha rifiutato di entrare nel governo di unità nazionale guidato da Netanyahu. Non ha voluto dare credibilità e sostegno agli estremisti.

Sono tutte critiche rivolte pubblicamente a Netanyahu non da israeliani estremisti, bensì da autorevoli esponenti della società civile e dell’opposizione di centrosinistra, per chiamarla così. In Italia però i massmedia celebrano il governo come detentore del più autentico spirito israeliano. Dunque se i Palestinesi dopo Arafat si sono in buona parte radicalizzati, il governo di Netanyahu è tutt’altro che esente da colpe.

 

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