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Austria: linea dura sull’immigrazione

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Vincenzo Colao

Pochi giorni fa il Ministro degli Interni dell’Austria Gerhard Karner, nonché il cancelliere Carl Nehammer, sono stati accolti dal Presidente Bulgaro Radev. L’occasione era legata a una visita al centro di coordinamento regionale, che fa parte del sistema di monitoraggio integrato, per quanto riguarda il confine turco bulgaro. Altro incontro importante c’è stato, come vedremo nell’articolo, con gli altri ministri degli Interni a Stoccolma.

La posizione dell’Austria sull’ immigrazione in Europa

Cosa ha chiesto all’Europa il Ministro dell’Interno austriaco Karner

Sia nella stampa Nazionale che internazionale è un po’ passata in secondo piano la richiesta del Ministro dell’Interno austriaco Karner all’Europa per quanto riguarda la protezione delle frontiere esterne da un’immigrazione irregolare.

La richiesta è arrivata durante dall’unione dei ministri dell’interno di tutta l’Unione Europea che si è svolta a Stoccolma. L’incontro è stato organizzato proprio per discutere in maniera informale, per quanto riguarda l’espulsione del richiedenti asilo rifiutati.

Inoltre si è discusso per quanto riguarda la necessità di una migliore cooperazione con i paesi di origine nonché anche dei rischi legati alla criminalità organizzata.

Karner ha rappresentato la posizione dell’Austria chiedendo una protezione solida delle frontiere esterne. Ma non ha chiesto solo questo perché ha anche auspicato un sostegno da parte della commissione europea dal punto di vista tecnico e legale, facendo come esempio le recinzioni di confine.

Prima dell’inizio della riunione ha dichiarato alla stampa che bisogna continuare a essere coerenti per quanto riguarda il freno all’asilo, soprattutto se si considerano i dati dell’anno scorso, confrontati a quelli attuali. Inoltre ha dichiarato che sarà molto importante insistere sulla questione relativa alla lotta agli abusi in materia di asilo.

Alcuni numeri importanti su questo fenomeno

Secondo alcuni studi portati avanti dalla commissione nel 2022 sono state presentate circa 930.000 domande di asilo nell’Unione Europea. Il numero non è da sottovalutare soprattutto perché si è registrato un aumento del 46% rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda i richiedenti asilo nella maggior parte dei casi parliamo di persone che provengono da Afghanistan, Turchia e Siria. Invece l’anno precedente la maggior parte delle domande di asilo nell’Unione Europea e non, sono state presentate a 5 Stati membri partendo dalla Germania che era seguita da Francia, Spagna, Italia e Austria.

Durante l’incontro con la stampa prima Karner ha auspicato un continuo impegno sull’argomento e ha promesso aiuto ai paesi al confine esterno. Queste dichiarazioni sono arrivate alla fine della sua visita congiunta con il cancelliere austriaco al confine esterno turco bulgaro dell’Unione Europea.

Proprio in quell’occasione è stata richiesta una maggiore solidità per il confine esterno in Bulgaria. Teniamo presente che qualche mese fa sia l‘Austria che i Paesi Bassi hanno bloccato l’ adesione di Romania e Bulgaria alla zona Schengen.

La decisione è stata presa sulla base della paura che la Bulgaria non riesca  a controllare i confini con la Turchia. La scelta è stata criticata Dai partner dell’Unione Europea parte della Germania, ma la ministra dell’integrazione Susanne Rab ha giustificato il veto affermando sia inutile espandere un sistema che si è rotto.

Dibattito su una possibile politica migratoria comune in Europa

Blocco adesione Bulgaria e Romania alla zona Schengen da parte dell’Austria

Già ormai da un po’ di anni si discute per quanto riguarda la possibilità di attivare una politica migratoria comune nell’Unione Europea attraverso una riforma del sistema di asilo.

L’auspicio è che la presidenza svedese, che attualmente è di turno nel semestre di presidenza del consiglio, faccia passi avanti per quanto riguarda il patto sull’asilo e sulla migrazione.

In pratica dovrebbe impegnarsi per quanto riguarda la possibilità di attivare rimpatri più rapidi perché questa sarebbe una mossa molto gradita anche dalla Commissione Europea per gli affari interni Johansson.

Proprio quest’ultima ha dichiarato che è possibile fare progressi significativi per aumentare il numero di rimpatri visto che il tasso ancora è molto basso. Allo stesso tempo ha chiesto con forza una maggiore cooperazione con i Paesi terzi ai quali andrebbe fatta una certa pressione.

Infine ha sottolineato l’importanza di una cooperazione tra la commissione e gli stati membri che dovranno essere molto più rapidi facendosi aiutare dall’agenzia di frontiera dell’Unione Europea Frontex.

Lettera dell’Austria e di altri  governi all’Unione Europea sull’immigrazione

Tutto quello che abbiamo detto all’interno dell’articolo è stato dibattuto nel corso delle scorse settimane soprattutto quando otto governi hanno inviato una lettera all’Unione Europea per richiedere una riforma radicale del sistema di asilo.

Questa lettera è stata mandata proprio prima del vertice che si è tenuto a Bruxelles per quanto riguarda l’immigrazione. All’interno della lettera si chiedeva soprattutto una severa limitazione dell’ immigrazione irregolare.

Questo documento è stato mandato alla presidente Ursula Von Der Leyen ma anche a Charles Michael nonché alla Commissione Europea. I governi a cui ci riferiamo sono nello specifico Austria, Malta, Grecia, Slovacchia, Danimarca, Lituania, Lettonia ed Estonia.

I punti importanti toccati nella lettera

Gli argomenti presenti nella lettera erano stati anche toccati più o meno in una lettera che la Von Der Leyen ha inviato agli stati membri il 26 gennaio.

In questa lettera si parlava di un incentivo alla lotta tra trafficanti di migranti aumentando i rimpatri e facendo degli accordi con i paesi terzi. Veniva anche auspicata un’accelerazione dei negoziati sul patto nell’Unione Europea su asilo e immigrazione.

Tornando alla lettera degli otto stati membri, secondo alcune indiscrezioni, c’era scritto che era arrivato il momento di creare un quadro europeo armonizzato in materia di asilo. Questo quadro dovrebbe servire,almeno secondo l’auspicio degli otto stati membri, a gestire soprattutto tutte le maggiori rotte migratorie.

Inoltre nella lettera si chiedeva un controllo efficace severo delle frontiere oltre a una politica più efficace sui rimpatri. Proprio la mancanza di questi ultimi favorisce come attrattivo la migrazione irregolare.

In ogni caso è sicuro che nei prossimi mesi continuerà il dibattito su come finanziare eventualmente la costruzione di recinzioni di confine utilizzando i fondi dell’Unione Europea.

Tutto questo nonostante la commissione già più volte ha espresso la sua contrarietà al riguardo, nonostante il parere positivo di alcuni paesi dell’Unione Europea come l’Austria e Paesi Bassi.

In particolare il ministro olandese Ruth  ha dichiarato a fine gennaio che l’area Schengen senza passaporti dell’Unione Europea non potrà continuare a vivere.

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