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In pensione senza limite di età: servono solo i contributi, la misura che permette l’accesso facilitato

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Samanta Airoldi

In arrivo importantissimi cambiamenti sul fronte previdenziale: l’obiettivo è la pensione senza il requisito anagrafico.

Poter andare in pensione a prescindere dall’età: sogno di molti e obiettivo del Governo Meloni. Per alcuni è già possibile grazie ad una particolare misura di prepensionamento. Vediamo insieme i dettagli.

Pensione senza limite di età
In pensione a prescindere dall’età/ Intellettuale.dissidente.it

 

In pensione senza la soglia minima dell’età. Un salto nel passato o un tuffo nel futuro? Prima che entrasse in vigore la riforma Fornero, era possibile andare in pensione dopo un certo numero di anni di lavoro a prescindere dall’età anagrafica. La riforma dell’ex ministro Elsa Fornero ha cambiato tutto fissando l’età pensionabile a 67 anni e con almeno 20 di contributi. Un’età pensionabile spostata così in avanti, però, non favorisce il ricambio generazionale nel mercato del lavoro. Obiettivo del Governo è superare la legge entro la fine di questa legislatura e consentire ai lavoratori di andare in pensione senza il limite dell’età.

In pensione senza il limite dell’età: ecco come fare

Il passaggio dalla pensione di anzianità alla pensione di vecchiaia ha penalizzato moltissimi contribuenti che si sono visti costretti a continuare a timbrare il cartellino fino a 67 anni. Eppure in Italia le strade da percorrere per andare prima in pensione non mancano.

Come andare in pensione prima
Misure di pensione anticipata/ Intellettuale.dissidente.it

 

In vigore per tutto il 2023 Quota 103 che permette di smettere di lavorare a 62 anni purché se ne abbiano almeno 41 di contributi. Le lavoratrici possono ancora fruire di Opzione donna che consente di andare in pensione a 60 anni – 59 in presenza di un figlio,  58 in presenza di due o più figli – con almeno 35 anni di contributi. Questa misura, tuttavia, si rivolge unicamente a tre categorie: caregiver, lavoratrici con invalidità pari o superiore al 74%, dipendenti di aziende in crisi. Anche Ape sociale prevede la pensione anticipata a 63 anni con 30 di contributi ma anche in questo caso è necessario soddisfare determinati requisiti.

Tutte queste misure consentono di smettere di lavorare prima di aver compiuto 67 anni ma richiedono sempre il requisito anagrafico. C’è una forma di prepensionamento che, invece, permette di andare prima in pensione senza tenere conto dell’età ma solo dei contributi: si tratta di Quota 41. Con Quota 41 una persona può andare in pensione al raggiungimento di 41 anni di contributi indipendentemente da quanti anni ha. Per il momento, però, non possono fruirne tutti ma solo alcune categorie come i lavoratori precoci o chi svolge mansioni usuranti.

I sindacati premono affinché il Governo Meloni estenda Quota 41 a tutti i lavoratori ma le risorse economiche, per il momento, non lo rendono possibile. C’è, inoltre, un altro problema: l’Esecutivo, per poter ampliare la platea dei beneficiari di Quota 41, sta valutando di calcolare tutti gli assegni pensionistici con il sistema contributivo puro. Questo, però, comporterebbe decurtazioni di circa 300 euro al mese sugli assegni. Il rischio, quindi, è quello di andare sì prima in pensione ma di trovarsi poi con un assegno troppo misero.

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