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Liberty Media: l’asso pigliatutto dei motori con un impero da quasi 20 miliardi di dollari

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Paolo Oggioni

Si accendono ufficialmente oggi i motori della Formula Uno. In Bahrain, infatti, sabato si correrà la prima gara di un campionato lunghissimo che terminerà a dicembre ad Abu Dhabi dopo ben 24 gran premi. Un record storico. Pensiamo che solamente 10 anni fa, quando le corse erano “solo” 19, si parlava di una durata esagerata. Ora, invece, se consideriamo anche le sei gare sprint del sabato, il computo totale arriva a 30.

Cosa si cela dietro a un numero così elevato di Gran Premi? I soldi, ça va sans dire. Il business della Formula Uno, infatti, attira ogni anno milioni di dollari in sponsorizzazioni e tanti nuovi mercati, in giro per il Mondo, hanno deciso di investirci. L’avvento del colosso Liberty Media ha decisamente incrementato numeri già favolosi. Precedentemente conquistati da un uomo che, prima di tutti, ha capito quanto il marchio Formula Uno potesse essere vincente. Stiamo parlando di Bernie Ecclestone.

L’epopea Ecclestone in F1

Ha governato il Circus per più di 30 anni. Oggi ne ha 93, ma di lui si parla ancora come di uno dei più grandi geni imprenditoriali legati allo sport. Una breve carriera da pilota prima, da costruttore poi, infine da “sindacalista”, quando, nel 1974 fonda la Foca (Formula One Constructors Association).
Nacque così una lunga battaglia con la FIA, la federazione internazionale che, fino ad allora, governava il Mondo delle corse. Il motivo? Sempre i soldi. Ebbene, dopo anni di lotte, ripicche, ammutinamenti, nel 1981 viene siglato, a Parigi, il Patto della Concordia. Con questa firma, di fatto, nasce la Formula Uno moderna che resterà nelle sapienti mani di Ecclestone fino al 2016.

L’avvento di Liberty Media

In quell’anno, il patron, divenuto tra gli uomini più ricchi del Mondo, decise di vendere il suo business a Liberty Media. Colosso americano quotato al Nasdaq. Un momento storico che segna l’inizio della Formula Uno 2.0.
Oggi, Liberty, presieduta dall’italiano Stefano Domenicali, già team principal Ferrari, sta cercando di esportare il marchio a ogni latitudine. Con un imponente ritorno nel territorio americano. I Gp di Miami e Las Vegas sono gli esempi più evidenti di quanto la componente spettacolo e-business stia prevaricando quella sportiva. Tuttavia, accade così in tutti gli sport, calcio in testa, quindi…perché sorprendersi?
È notizia di qualche giorno fa che il colosso americano ha intenzione di acquisire anche il mondo della Motogp, attraverso la stessa operazione fatta per la Formula Uno. Così facendo, andrebbe a rafforzare ancor di più il suo dominio nel motorsport.
Il suo patrimonio, secondo gli ultimi dati relativi al 2023, si assesta sui 18 miliardi di euro. La sola Formula Uno fattura qualcosa come tre miliardi abbondanti. Con un trend in continua crescita, nonostante gli scarsi ascolti televisivi della stagione scorsa, segnata dal dominio incontrastato di Verstappen.
Tutti si augurano che il 2024 possa riportare un po’ di equilibrio, prima della tanto attesa stagione 2025, con l’arrivo di Hamilton in Ferrari.

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