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Attenti alla pianta più velenosa al mondo: perché la chiamano ‘suicidio’

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Stefania Guerra

La pianta più velenosa al mondo può davvero portare al suicidio, e non è una leggenda metropolitana. Ecco com’è fatta e cosa succede a chi la sfiora.

Chi vuole vedere – possibilmente da lontano – la pianta più pericolosa e letale al mondo può farlo visitando l’Alnwick Garden, nel Regno Unito, un orto botanico dove si trovano piante tra le più tossiche o velenose al mondo.

pianta più velenosa gympie
Attenzione ad una specie di “ortica gigante” è la più velenosa al mondo – L’intellettualedissidente.it

Fortunatamente in Italia questa pianta non cresce, non ancora almeno, perché è originaria dell’Australia. Meglio imparare a conoscerla però, casomai qualcuno decidesse di coltivarla sul balcone senza sapere quali sono gli effetti devastanti che produce.

Com’è fatta la pianta più velenosa al mondo e perché la chiamano “pianta del suicidio”

Il nome scientifico della pianta più pericolosa di cui si abbia conoscenza è Dendrocnide moroides ma comunemente viene chiamata “gympie-gympie”.

pianta più velenosa del mondo
La pianta del suicidio ha una tossina potentissima – L’intellettualedissidente.it

Anche solo sfiorandola, questa pianta intossica a tal punto che qualcuno è impazzito dal dolore e poi si è anche suicidato.

Il collegamento al suicidio infatti non è dovuto ad un effetto sulla psiche, ma gli effetti della tossina sono così devastanti che alcune persone (e animali) non resistono e desiderano morire per lenire le sofferenze.

La pianta, denominata per i motivi di cui sopra, “del suicidio”, si presenta come una sorta di ortica gigante; raggiunge delle dimensioni notevoli, dai 3 ai 10 metri di altezza. Viene associata all’ortica perché è composta da minuscoli aghi che penetrano nella pelle, solo che la tossina che inietta dà conseguenze mille volte peggiori.

La tossina che è stata individuata dagli esperti si chiama moroidina, e quando entra in contatto con il corpo (anche solo sfiorando la pianta), dà la sensazione di una forte ustione che brucia tantissimo. Alcuni paragonano il dolore a quello del Fuoco di Sant’Antonio, ma molto più persistente e forte.

La relazione con la volontà di suicidarsi risiede proprio nel fatto che le persone non riescono a sopportare il bruciore e il dolore, che può durare anche per molte settimane. Chi ha avuto questa terrificante esperienza ha raccontato di aver pensato che non ce l’avrebbe fatta a sopportare tutto quel dolore.

Sembra addirittura che le tossine che rimangono nel corpo possano dare disagi e problemi anche dopo più di un anno

La scoperta di questa pianta, all’incirca un centinaio di anni fa, venne divulgata immediatamente perché si capì subito la letalità. Nel corso degli anni, molte persone e anche animali che hanno sfiorato le foglie, il fusto o i frutti hanno sofferto così tanto che sono impazzite e alcuni si sono davvero suicidati. 

Attenzione alle ortiche giganti dunque, non si sa mai che la gympie-gympie, coi cambiamenti climatici, cominci a crescere anche alle nostre latitudini.

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