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Cosa non si fa per l’immagine. Zelensky sceglie Shevchenko come consigliere

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Paolo Zignani

Un comico come presidente e un calciatore del Milan come consigliere dall’estero. Questa è l’Ucraina in tempo di guerra contro la Russia

La classifica del campionato di serie A 2005-2006 vede il Milan penalizzato di 30 punti, colpito dalla giustizia sportiva per il coinvolgimento nello scandalo di Calciopoli. In piena bufera mediatica, Andrij Shevchenko lascia i rossoneri e se ne va a Londra dove compra casa, nel Chelsea, allora proprietà di Roman Abramovich. La motivazione, secondo le dichiarazioni, era il bisogno di tutelare la famiglia, che nella capitale inglese in effetti si stabilisce. E dove tutt’ora vive.

Cosa non si fa per l'immagine. Zelensky sceglie Shevchenko come consigliere
Zelensky spiega il ruolo che avrà Shevchenko, accanto a lui – lintellettualedissidente.it Ansafoto

E’ una scelta che i tifosi del Milan, i suoi tifosi, non hanno apprezzato granché. Anzi molti l’hanno criticato. Con il Milan ha fatto meraviglie, ha meritato il Pallone d’oro nel 2004, ha vinto la Champions League, ma nel momento più difficile se l’è squagliata. Sarebbe questo il curriculum di un Eroe della patria? Questo il suo spirito di sacrificio e la sua dedizione alla bandiera? L’anno dopo, senza il suo numero 7, il Milan vince di nuovo la Champions e il campione ritorna, ma senza più brillare. Un anno dopo lascia di nuovo Milano.

Dalla criticata fuga a Londra alle onorificenze

Ai campioni sportivi però si perdona tutto. La loro popolarità viene difesa tenacemente, monetizzata scientificamente e reinvestita in altri ambiti. Sono diventati macchine da consensi. E Shevchenko, già allenatore della nazionale dal 2016 al 2021, è stato realmente insignito del titolo “Eroe dell’Ucraina”. Neanche i santi e gli artisti hanno avuto tanti riconoscimenti.

Volodymyr Zelensky gli ha conferito in questi giorni l’incarico di consigliere del presidente precisando “fuori dallo Stato”. Un freelance. Infatti risiede ancora a Londra. Per l’Ucraina nel 2022 si è impegnato in United24, una raccolta di fondi internazionali lanciata da Zelensky per la ricostruzione del Paese.

Il Pallone d’oro raccoglie fondi per la patria

Shevchenko, detto “Sheva” in Italia, ha iniziato la sua carriera nella Dinamo Kiev, dove alla fine è tornato. Nell’area dello stadio dove ha tirato i primi calci al pallone ha visto dei bambini correre nei crateri lasciati dalle bombe e ora, da miliardario residente a Londra, vuole aiutarli, perché tutti i bambini hanno diritto al gioco e allo sport.

Cosa non si fa per l'immagine. Zelensky sceglie Shevchenko come consigliere
La grinta di Shevchenko con la maglia del Milan – lintellettualedissidente.it Ansafoto

Al di là dei buoni sentimenti e della sincerità del campione, la terra d’Ucraina, che pure vanta una storia culturale di tutto rispetto, è rappresentata da un comico presidente, che ha un calciatore come consigliere all’estero. Nessuno oggi si permette di sostenere che un poeta o un artista non ha nemici né confini, né che il calcio non è affatto l’emblema della correttezza, della legalità e della sportività.

Il tifo ha preso il posto della politica

Questa però è l’era degli influencer, non degli statisti. Si vieta tutta la cultura russa, si prendono iniziative politiche contro lo studio di Dostoevskij e Tschaikovsky, papa Francesco viene definito “filorusso” per aver elogiato la politica culturale di Pietro il Grande e Caterina II, e si fa di un calciatore un eroe. Invece, tutto lo sport russo va punito ed escluso dalle Olimpiadi e dai Mondiali di calcio. La politica, questa politica, non ha più il compito di progettare una società e un’economia, ma solo di organizzare il tifo contro il nemico e raccogliere fondi.

Singolare anche la posizione dell’ex presidente del Chelsea Roman Abramovich, israeliano con cittadinanza russa, lituana e portoghese, che ha fondato la propria enorme fortuna economica grazie al commercio di petrolio. Nel 2022 è stato costretto a cedere la proprietà del Chelsea, ma Zelensky ha chiesto di togliergli alcune sanzioni, per consentirgli di partecipare ai negoziati internazionali per la pace. Tra le personalità più famose, è stato tra i pochi infatti a dichiararsi contro l’invasione russa dell’Ucraina.

 

 

 

 

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