Chi siamo

Disclaimer

Privacy Policy

Taglio all’Assegno di Inclusione se non si spendono i soldi? Ecco la verità

Foto dell'autore

Giacomo Mazzarella

Una differenza che sicuramente hanno notato i beneficiari dell’Assegno di Inclusione rispetto al Reddito di Cittadinanza è senza dubbio una cosa che potrebbe fare molto piacere.

Si tratta dei vincoli di spesa delle somme erogate mensilmente. Con il Reddito di Cittadinanza i soldi non spesi venivano persi. Adesso invece molto è cambiato e le regole sono differenti.

Le ricariche, i soldi da spendere, i tagli e le penalizzazioni per chi non azzera il saldo

Non c’è nessun taglio all’Assegno di Inclusione se non si spendono i soldi. Questa la novità di cui si sono resi conto i beneficiari del sussidio adesso. Sulla scadenza dei soldi della ricarica e sui tempi previsti per il loro consumo è cambiato tutto rispetto al Reddito di Cittadinanza. Infatti, la precedente misura non permette l’accumulo dei soldi sulla carta. In parole povere, i soldi delle ricariche andavano spesi entro l’arrivo della ricarica successiva. In altri termini, se a febbraio una famiglia aveva ricevuto 1.000 euro di Reddito di Cittadinanza, tutti i 1.000 euro andavano spesi entro il 26 marzo, giorno della ricarica successiva. Altrimenti il saldo carta tornava a 1.000 euro e i residui della vecchia ricarica erano assorbiti dalla nuova. Anzi, per chi non spendeva i soldi, erano previste penalizzazioni, cioè tagli in percentuale sulle ricariche successive.

Taglio all’Assegno di Inclusione se non si spendono i soldi? Ecco la verità

Il principio di una norma del genere potrebbe essere tradotto in maniera semplice. Se non spendi i soldi che lo Stato ti offre significa che non ne hai bisogno. Allora lo stesso Stato te li toglie e te ne da di meno il mese dopo. Un vero problema accentuato da due fattori. Il primo è che sia per il Reddito di Cittadinanza che per l’Assegno di Inclusione i soldi da prelevare al bancomat sono minimi rispetto a quelli che invece devono essere spesi per beni di prima necessità, canone di affitto, rata del mutuo, farmaci e bollette domestiche. E poi perché in alcuni casi, specie in sede di arretrati, nello stesso mese arrivano due ricariche. Così è successo ai beneficiari dell’Assegno di Inclusione a febbraio, dove hanno ricevuto la mensilità di gennaio e quella di febbraio (il 15 la prima e il 26 la seconda). Con l’Assegno di Inclusione invece i soldi non spesi si accumulano con quelli che arrivano con la ricarica successiva. Un fattore importante questo per evitare spese inutili e fatte solo per non incorrere in tagli.

Impostazioni privacy