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Dati sul femminicidio: cosa ci raccontano

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Vincenzo Colao

Non può essere un caso se la parola femminicidio è una di quelle che ancora purtroppo ricorre spesso nel nostro paese nel momento in cui si parla delle donne.  Da questo punto di vista è stata molto importante un’analisi realizzata qualche anno fa dall’Eco della stampa, che era relativa ai mesi di gennaio e febbraio di quell’anno, e cioè del 2019.

Secondo questo studio dentro gli articoli dei principali  giornali e blog nel 50% dei casi al termine donna si associava anche la parola violenza di genere.

Si parla quindi di numeri importanti che fanno pensare come ancora abbiamo a che fare con un problema che non si è assolutamente risolto e che non deve essere sottovalutato. Per fortuna sempre di più dal punto di vista governativo, e anche della stampa, negli ultimi anni si è creata una certa coesione per sensibilizzare le persone, incoraggiando comportamenti che vadano a migliorare la condizione femminile.

Però non bisogna sedersi sugli allori e bisogna continuare a lavorarci al meglio: infatti lo scopo dovrebbe essere soprattutto aumentare il rispetto verso le donne in modo da contrastare ogni atteggiamento violento, difendendo le potenziali vittime da altri abusi.

In primis è importante però in questi casi capire il fenomeno del femminicidio, analizzando i numeri e i dati in modo da comprenderne la portata a livello nazionale.

Numeri sul femminicidio e l’importanza della prevenzione

Alcuni dati sul femminicidio

Così come tanti esperti dicono ogni giorno, nel momento in cui si parla di violenza sulle donne, c’è bisogno di avere un’atteggiamento corretto partendo dalla denuncia ed eliminando  l’omertà che purtroppo spesso è ancora presente, specialmente in alcuni contesti, perché solo così si può proteggere la vittima.

Infatti, se non si attua un’azione difensiva e preventiva che però poi sarà seguita da un atto concreto, il rischio è quello di non riuscire a creare un argine vero contro il femminicidio, il quale nella maggior parte dei casi risulta la conseguenza di un’escalation di abusi verso la vittima.

I dati relativi al femminicidio per quanto riguarda il 2022 sono purtroppo sconfortanti perché, secondo quello che ha diffuso il Viminale, grazie ai dati raccolti dal servizio analisi criminale della direzione centrale della polizia criminale, si è evinto che tra 1 gennaio e il 18 dicembre del 2022 ci sono stati circa 300 omicidi che hanno riguardato 120 donne, le quali nella maggior parte dei casi sono state uccise in un contesto affettivo e familiare.

Ma la cosa che sconcerta di più è che quasi la metà di esse sono state uccise proprio dal partner o dall’ex partner.

Secondo i dati, sempre del Viminale, la percentuale di vittime del genere femminile rispetto all’anno precedente è aumentata di circa il 4%. Si tratta quindi di numeri purtroppo ancora alti, anche se c’è qualche piccola flessione che potrebbe far ben sperare ,come per esempio il fatto che la percentuale dei delitti commessi in ambito familiare e affettivo rispetto al 2021, è scesa del 6%, ma ancora è troppo poco per parlare di svolta.

L’Importanza di stare attenti  agli stereotipi quando si parla di violenze di genere

Oltre dati sul femminicidio che abbiamo appena analizzato a preoccupare sono gli stereotipi che sono stati analizzati qualche anno fa dall’Istat proprio in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, cioè ci riferiamo al 25 novembre. Si è evinto che secondo le persone intervistate si possono trovare giustificazioni per i diversi tipi di soprusi da quelle sessuale a quelli fisici.

Purtroppo questo è un aspetto preoccupante che ci fa capire come la cultura nazionale è ancora  legata sotto alcuni aspetti a stereotipi riguardo alla donna che viene vista in molti casi ancora in una posizione subordinata rispetto all’uomo, non venendo quindi riconosciuti i valori legati alla sua libertà e intelligenza.

Ecco perché così come dicono tanti psicologi ed esperti l’obiettivo dovrebbe essere quello di continuare a puntare su attività di supporto e educazione, proprio per creare un clima di rispetto e non di lotta tra uomini e donne.

La prevenzione rispetto al femminicidio: su cosa si dovrebbe puntare

Per fortuna passo dopo passo, per merito anche del fatto che si sta diffondendo la consapevolezza del fenomeno del problema per via delle statistiche sul femminicidio in Italia, stanno aumentando le azioni in difesa delle donne proprio perché l’obiettivo dovrebbe essere quello di contrastare in maniera sempre più energica la violenza verso il genere femminile.

Di sicuro un primo strumento utile è quello legato ai centri antiviolenza ai quali le vittime di abusi possono rivolgersi per avere un supporto attivo dal punto di vista psicologico perché ci saranno le operatrici che ascolteranno e raccoglieranno le testimonianze sia in presenza che al telefono in modo da accompagnare le donne sia nelle fasi di denuncia ma anche nella messa in sicurezza.

Soprattutto la denuncia è un punto delicato, ma anche necessario, che può salvare davvero la vita alla donna: ed ecco perché farsi aiutare da un centro può rendere questo gesto ancora più efficace

Violenza sulle donne: auspici per il futuro

Puntare sulla cultura e sull’educazione degli uomini

In definitiva possiamo dire che se vogliamo che la lotta al femminicidio in Italia continui a essere efficace non possiamo collegarla solo alle donne, nel senso che si parla di un cambiamento che dovrebbe essere condiviso da tutta la società.

Proprio per questo motivo la cultura diventerà un veicolo fondamentale di contrasto perché scuola, istituzioni e le famiglie dovranno prendersi il compito di veicolare un messaggio che faccia capire come la parità non è solo una conquista, ma anche un diritto umano.

Inoltre bisogna far capire che il femminicidio non ha nessuna giustificazione, a di là che si parli di amore o di passione, quindi non ci può essere nessun alibi. L’attenzione inoltre deve essere spostata anche verso gli uomini in un’ottica di vera prevenzione perché infatti non ci si può limitare ad aiutare a chi ha subito soprusi, ma bisogna anche agire su chi compie questi gesti che vanno a ledere la libertà e la vita, e che vengono mascherati a volte con l’amore, perché solo così si potranno raggiungere risultati veramente soddisfacenti.

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