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Pensioni, stangata per chi ha riscattato i contributi: non serviranno più

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Samanta Airoldi

Arriva la stangata, l’ennesima, in fatto di pensioni: brutte notizie per chi ha speso tempo e denaro per riscattare gli anni universitari. In termini contributivi non serviranno più.

Sono tante le persone che non vedono l’ora di dire addio per sempre all’ufficio o alla fabbrica e, dopo una vita passata a timbrare il cartellino, godersi la meritata pensione. Ma la pensione, ormai, sembra essere diventata un bersaglio mobile che continua, di anno in anno, ad allontanarsi.

uomo anziano con espressione arrabbiata
Pensioni, stangata per chi ha riscattato i contributi: non serviranno più/lintellettualedissidente.it/

Le nostre speranze di una cancellazione definitiva della Legge Fornero verranno deluse anche nel 2026: le premesse non c’erano per dare un colpo di spugna a quella che è stata la riforma più incisiva degli ultimi 20 anni in materia previdenziale. Il Governo di Giorgia Meloni ha fatto quello che poteva con le risorse di cui disponeva e messo alle strette dall’impossibilità di fare nuovo debito. Così sia e guardiamo avanti.

La brutta notizia, però, non è tanto che la Fornero continuerà a farci compagnia: la notizia davvero preoccupante è che accedere alla pensione anticipata potrebbe diventare sempre più difficile. Infatti anche chi ha riscattato gli anni universitari si vedrà riconoscere uno sconto quasi nullo sui contributi. In compenso, però, il riscatto costa ancora un mucchio di soldi.

Riscatto degli anni universitari: arriva la stangata che nessuno si aspettava

Un tempo riscattare gli anni universitari costava poco ma fruttava molto: si riusciva ad anticipare il pensionamento anche di 4 o 5 anni. Il Governo, nelle ultime ore, ha presentato un emendamento che, se approvato, rappresenterà davvero un brutta stangata per tutti coloro che hanno già riscattato la laurea.

uomo seduto su una poltrona con espressione preoccupata
Riscatto degli anni universitari: arriva la stangata che nessuno si aspettava/lintellettualedissidente.it

Riscattare la laurea è sempre stato un modo utile per raggiungere più in fretta i contributi necessari al pensionamento. Del resto anche durante gli anni universitari, benché in modo diverso, si è svolto un lavoro. Ma ogni pensionamento anticipato costituisce un colpo al cuore per le casse dell’Inps che, come tutti sappiamo, non se la passano benissimo. Ogni pensione anticipata per l’Inps significa assegni erogati un po’ più a lungo soprattutto visto che l’aspettativa media della vita continua a crescere e le nascite a decrescere.

Il Governo di Giorgia Meloni, pertanto, ha ritenuto necessario intervenire anche in materia di riscatto degli anni universitari e, nelle scorse ore, ha presentato un emendamento alla Manovra di Bilancio che prevede un taglio drastico a partire dal 2031. Il taglio, almeno per il momento, penalizzerà solo chi ha riscattato la laurea triennale, cioè la laurea breve che comporta un percorso, dunque, di circa 36 mesi.

A partire dal 2031 verrà applicato un taglio di 6 mesi che diventeranno 12 nel 2032, 18 nel 2033, 24 nel 2034 e 30 nel 2035. In pratica chi maturerà i requisiti per il pensionamento nel 2035 e ha riscattato la laurea – riscatto di propria tasca tra l’altro – potrà beneficiare di uno sconto di soli 6 mesi. Praticamente nulla. Considerando che il riscatto degli anni universitari non costa poco, per chi già ha pagato si tratta di una vera e propria stangata.

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