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Città di Superia, breve guida storica alla popolare località ormai perduta

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Vincenzo Colao

Oggi vogliamo parlare della città di Superia. Diciamo che è una città che sorge alle pendici del Monte Ossa, confluendo con il fiume Barbas e il torrente Borbera. Ci riferiamo alla zona dove si incontrano i confini di varie regioni e cioè Emilia Romagna , Lombardia, e Piemonte.

Superia: la città ai piedi del Monte Ossa

L’inizio della storia di Superia

Parlando di Superia dobbiamo dire che tutti gli studiosi più importanti concordano sul fatto che  la sua storia ha inizio nel Paleolitico superiore. Ci riferiamo nello specifico al periodo attorno al 18.000 A.C. Questa data è stata dedotta da una serie di pitture rupestri, rinvenute nel 1874 dalla coppia di archeologi Luisa e Filippo Modrone. Queste pitture fanno parte della Grotta delle Urla.

I coniugi Modrone sono stati molto importanti per lo studio del popolo degli Uri, sempre stato misterioso.

Inoltre si parla di due intellettuali molto innovativi e anticonformisti che facevano parte della facoltà Antica di Archeologia di Superia. Vennero considerati non a caso come dei grandi esperti di civiltà preistoriche centro europee e Mediterranee nel XIX secolo.

Negli ultimi vent’anni della loro vita si dedicano a studiare da sanguinare la popolazione degli Uri, scrivendo molti testi sull’argomento, tra i quali due sono considerati ancora oggi tra i più importanti sull’argomento. E cioè storia degli Uri, ma anche la Regina della Luna di Monte Ossa, civiltà e culti millenari degli Uri.

Invece la Grotta delle Urla la scoprirono dopo tanti anni di lavoro e di ricerche sul Monte Ossa, dopo che c’era stato grande scalpore per i grandi ritrovamenti di tombe collettive.

Questi ritrovamenti erano emersi durante gli ampliamenti edilizi del quartiere residenziale, nella seconda metà dell’Ottocento.

Le cronache romane infatti riportano che fin dall’antichità dalla terra dei Boschi intorno alla montagna emergono migliaia di scheletri, seppelliti e cioè resti umani risalenti a migliaia di anni fa.

Da qui nasce il nome Monte Ossa, considerato fin da subito dagli abitanti della zona come un luogo pieno di oscura presenza e quindi maledetto.

Lavoro di scoperta dei coniugi Modrone sulla città di Superia

Le loro opere sull’argomento

Ma, al di là delle superstizioni e delle leggende sulle quali ancora si specula, il lavoro dei coniugi Modrone è stato molto importante, per quanto riguarda lo studio del popolo degli Uri, che è sempre stato ritenuto misterioso.

La ricerca purtroppo non si è conclusa per via della morte della coppia nel 1874.

In ogni caso la coppia di archeologi riuscì a mettere insieme molti  pezzi che altri studiosi non avevano fatto prima di loro, grazie non solo allo studio di testi antichi risalenti a varie epoche, ma soprattutto grazie alla loro accesa passione per la speleologia e alla loro instancabile ricerca sul terreno.

Molto importante la loro opera storia degli Uri all’interno della quale ci sono riportate tutte le indagini precedenti, partendo dai resoconti del generale di Roma Ennodio fino al De Malis Superiae.

Inoltre ci sono gli studi dell’Alchimista bizantino Teone Hypnos fino a quelli del Frate, considerato ambiguo, Kalà del XVII secolo. Ma non finisce qua perché ci sono anche informazioni relative ai volumi occulti della biblioteca grandissima dei conti Severo di Cantalupo.

Inoltre la coppia di archeologi riuscì a individuare una caverna, il cui accesso era nascosto, a 1.400 metri di altezza. Ci riuscirono anche grazie al fatto che utilizzarono le leggende tramandate come eredità orale dagli abitanti delle frazioni di Monte Ossa che erano minuscole.

Questa caverna non era lontana dalla cima del Monte, ma si trovava tra le rocce strapiombo. Esse circondano la cavità sulla parete settentrionale. Si trattava di una sorta di profondo cratere nel quale il sole non arrivava mai,nemmeno nelle ore in cui era più alto.

La grotta delle Urla

Questo luogo veniva chiamato dai pastori e dai cacciatori come la Grotta delle Urla perché secondo alcune voci durante alcune notti o giorni si udivano da quelle cavità delle grida terrificante, come se qualcuno all’interno stesse subendo delle grandi violenze.

Però secondo alcuni in realtà il fenomeno di queste urla era provocato dalla  particolare conformità della Grotta che rendeva gli echi prolungati e acuti. Oltre che dal continuo soffiare del vento che si infilava negli stretti passaggi del soffitto.

Le leggende raccontavano poi delle storie molto inquietanti su persone scomparse che si erano avventurate nella grotta. Essa era difficile da aprire visto che era posta su un precipizio di quasi 200 metri.

I coniugi Modrone riuscirono a esplorare la grotta che era appunto labirintica immensa però solo dopo tante perlustrazioni trovarono un passaggio per un livello inferiore che era più esteso di quello più accessibile.

Scoprirono alla fine il tempio della Grotta delle urla un’ampia sala naturale nella roccia di Monte Ossa, considerata una delle testimonianze più importanti del popolo degli Uri, giunti fino a noi.

Questa sala conteneva all’interno molte pitture rupestri magnifiche definibili come degli affreschi. C’erano anche disegni rituali ma anche scene di vita quotidiana legate a guerre, caccia e Pastorizia.

Invece però i disegni rituali erano molto difficili da capire, perché il significato era andato perduto oppure c’erano anche altre pitture che mostravano culti scomparsi per sempre di divinità di donne potenti.

In definitiva gli archeologi Matrone trovarono la prova sul fatto che  gli Uri, erano dei cannibali.

Conclusioni

La leggenda relativa al Monte Ossa fu alimentata dalla scomparsa degli archeologi che svanirono nel nulla una sera di fine estate del 1874, durante l’ennesima perlustrazione della Grotta delle urla.

Su questa città e su questo popolo si potrebbero dire tante cose ma di sicuro possiamo dire che ancora è possibile ammirare la grotta delle urla e i suoi dedali di roccia, grazie alle visite guidate.

Oggi è possibile visitare la Grotta delle Urla, ma anche ammirare le pitture rupestri e i disegni rituali che raccontano la storia del popolo degli Uri. La grotta è aperta al pubblico nel periodo primaverile ed estivo, dalle 9:00 alle 20:00, tranne il lunedì e il martedì, quando è aperta solo dalle 14:00 alle 18:00.

Nel periodo invernale, la grotta è aperta dal mercoledì alla domenica, dalle 11:00 alle 18:00. È sempre consigliabile informarsi in anticipo sugli orari di apertura.

In conclusione Superia è una città dalla storia antica e affascinante, capace di offrire ai visitatori un’esperienza unica, grazie alla Grotta delle Urla e alle testimonianze del passato degli Uri.

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