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Geopolitica degli stati disagiati: l’opinione di Chandran Nair

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Vincenzo Colao

Chandran Nair è sicuramente un personaggio tutto da scoprire e da ascoltare. Nasce in Malesia e nella vita lavora come ingegnere biochimico di formazione. Una tappa importante del suo percorso professionale e umano arriva nel 2004 quando decide di fondare il Think Tank Global Institute For Tomorrow.

Questo istituto ha il preciso obiettivo di fornire al sud est asiatico un modello di sviluppo che lo renda indipendente dall’occidente, partendo da un tema importante quale è sicuramente la formazione giovanile.

Chandran Nair: le sue opinioni relative alla Geopolitica degli Stati disagiati

 Cos’altro fa nella vita

Chandran Nair è anche conosciuto perché fa parte del World Economic Forum, oltre al fatto che spesso viene chiamato a dire la sua da parte dell’ONU. Inoltre le sue opinioni sui temi importanti come per esempio la geopolitica degli Stati disagiati sono molto diffuse perché spesso scrive su magazine di prestigio quali New York Times, Financial Times e Guardian.

Gli argomenti che tratta spesso vanno a toccare dei punti molto importanti relativi alla ridistribuzione delle risorse sul pianeta, ma anche la sostenibilità ambientale e al bilanciamento degli equilibri internazionali.

Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale nel corso dell’intervista è stato chiesto a questo importante personaggio quali secondo lui saranno nei prossimi anni le sfide maggiori che dovranno affrontare i paesi in via di sviluppo.

La sua risposta è stata molto secca ma allo stesso tempo molto articolata perché ha affermato che per questi paesi i prossimi anni saranno abbastanza impegnativi.

Secondo lui infatti il problema sarà relativo a degli aspetti ambientali perché bisognerà capire come garantire un accesso diffuso ai servizi di base, senza però andare a danneggiare il pianeta.

Per esempio ha toccato l’argomento delle case nel senso che ritiene che, se lo scopo dell’umanità è quello di garantire il diritto a un’abitazione dignitosa, bisognerà far sì che almeno tre miliardi di asiatici vivano in case migliori.

Oltre al fatto che parliamo di persone che hanno bisogno anche di un lavoro.

Di conseguenza si tratta di un’enorme sfida e bisogna capire come affrontarle e superarle perché ci sarà bisogno anche di milioni di edifici nuovi. Non sarà facile quindi questa sfida soprattutto dal punto di vista economico perché sarà complicato far credere ai conti.

Altre dichiarazioni importanti di Chandran Nair relative alle sfide dei paesi in via di sviluppo

Chandran Nair in definitiva ritiene che per i paesi in via di sviluppo ci sarà da trovare una nuova via per superare problemi economici, visto che finora hanno sempre avuto come modello il consumismo occidentale, che però non è facile da replicare soprattutto per i limiti ambientali del pianeta.

Sarà quindi importante ,secondo la sua opinione, definire il concetto di ricchezza e di prosperità che non dovrebbe significare trovare i modi per diventare più ricchi. Ma bisognerebbe trovare il modo per garantire a tutti l’accesso ai servizi di base senza troppe disuguaglianze.

Si tratterebbe in questo caso di trovare una nuova modalità dal punto di vista politico e sociale di affrontare la sostenibilità. Però purtroppo il sistema democratico non lo permette,quindi siamo di fronte a una contraddizione.

Secondo Chandran Nair il problema principale è relativo al fatto che in una democrazia liberale al centro di tutto c’è l’individuo il quale vorrebbe avere il diritto come gli altri di essere miliardario.

Ma il problema è che, se tante persone vogliono diventare ricche, significa che bisognerebbe sfruttare le risorse che la terra sta terminando. Di conseguenza lo Stato dovrebbe mettere delle restrizioni.

Ecco il motivo per il quale le democrazie liberali non funzionano e cioè per via del sistema elettorale: i leader che vogliono mantenere il potere non hanno la possibilità di fare dei piani nel medio termine.

Nei paesi di sviluppo invece ci sarebbe bisogno di nuove regole più severe per proteggere i diritti e gli interessi del collettivo piuttosto che di poche singole persone.  Un esempio positivo secondo lui è la Cina, all’interno della quale il popolo ha accettato il modo in cui vengono prese le decisioni cioè nell’interesse del bene comune.

Mentre l’India, sempre più liberale, potrebbe avere più problemi nel raggiungere traguardi relativi alla sostenibilità ambientale.

Come invece dovranno comportarsi i paesi sviluppati secondo Chandran Nair

I giornalisti che hanno intervistato Chandran Nair, importante personaggio, gli hanno chiesto più volte come dovranno comportarsi in futuro i paesi già sviluppati per quanto riguarda il cambiamento inevitabile del mondo.

La sua risposta è stata molto chiara perché lui ritiene che il problema principale per questi paesi sarà adattarsi a un mondo completamente diverso rispetto a ora nel quale non c’è più un controllo dell’ordine globale.

Ma soprattutto dove le risorse non sono più gratuite come i tempi delle colonie.

Sarà molto difficile inoltre convivere con quattro-cinque miliardi di persone ,che vorranno avere tutti gli stessi diritti e le stesse possibilità economiche: di conseguenza ci dovrà essere un cambiamento drastico.

Una via potrebbe essere secondo lui quella che viene definita la prosperità moderata. Però fino a questo momento i politici e manager occidentali non  si sono mostrati favorevoli. Inoltre ritiene che l’Europa molto probabilmente riuscirà ad adattarsi a questi cambiamenti perché può sfamarsi con i frutti del suo territorio.

L’Europa ha anche il vantaggio di avere acqua a sufficienza e una popolazione non troppo numerosa.

La sua peculiarità principale è quella di  essere una civiltà antica con molti strumenti dal punto di vista culturale per riuscire ad adattarsi al cambiamento. Questo è il motivo per il quale riuscirà ancora a essere una società avanzata anche nel momento in cui non sarà più considerato il continente più ricco e più prospero.

Conclusioni

In queste importanti interviste con Chandran Nair si sono toccati molti temi relativi soprattutto ad aspetti economici. Ma le sue parole sono state molto significative anche per quanto riguarda gli aspetti lavorativi.

Secondo la sua opinione nei prossimi anni il mondo del lavoro sarà condizionato nel bene e nel male dall’intelligenza artificiale e dai robot visto che i vertici del sistema capitalista ne sono molto affascinati.

Ma tutto questo potrà provocare dei problemi perché si potrebbe perdere il significato sociale del lavoro.

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