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Tutto quello che c’è da sapere sulla vita di Giorgio La Pira

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Ignazio Taormina

Giorgio La Pira, stimatissimo Sindaco di Firenze per ben 2 mandati ed anche apprezzatissimo professore di diritto romano, tra i padri fondatori della carta costituzionale e tra i legislatori più efficienti della Democrazia Cristiana.

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Le origini di La Pira

Nato in Sicilia, a Pozzallo, da una modesta famiglia che gli garantì comunque la possibilità di terminare la scuola elementare, che all’epoca dei primi del 1900 era un lusso per pochi, venne successivamente affidato nel 1914 da uno zio materno, per continuare il suo percorso di studi.
Nel 1921 acquisisce il diploma come ragioniere e l’anno successivo ottiene anche la maturità classica, sotto l’ala protettiva del suo docente di italiano Federico Rampolla del Tindaro viene indirizzato agli studi di giurisprudenza.

Il rapporto complicato di Giorgio La Pira con la Fede e la conversione

Da sempre è stato amante di autori come Gabriele D’Annunzio e Tommaso Martinetti, dal loro ideale di cambiamento, continua le sue letture si avvicina ad altri culti, condividendoli con la sua cerchia di giovani amici di cui fanno parte anche il futuro poeta Salvatore Quasimodo e il collega universitario Salvatore Pugliatti, giurista e futuro rettore dell’Università degli studi di Messina. Dopo aver vissuto altre esperienze di fede, Giorgio La Pira si avvicinò al cattolicesimo, rimanendo fortemente inebriato da un coro di monache. Convertendosi poi definitivamente nel 1924 in occasione della Santa Pasqua, data segnata in calce sul proprio digesto, strumento di lavoro indispensabile per un professore di diritto romano.

Il trasferimento a Firenze e la fede al centro della vita di La Pira

Decide dunque di risiedere nel capoluogo toscano, seguendo il proprio mentore nonchè relatore della propria tesi di diritto romano, il professore Emilio Betti. A Firenze in qualità di terziario, La Pira decide di risiedere in una modesta cella del convento dei domenicani di San Marco, luogo che diverrà la sua dimora per il resto della sua vita. Consegue la laurea con il massimo dei voti e la lode, La Pira diventa prima professore supplente di diritto Romano presso l’Università di Firenze, assumendo la cattedra ordinaria nel 1933. Ma al centro della sua vita la fede cristiana ha il ruolo principale.

Attività politica e sociale, diventando sindaco di Firenze

La vocazione per l’aiutare il prossimo e muoversi nel sociale La Pira li traduce nell’ingresso in politica. Svolge un lavoro molto apprezzato nella “commissione dei 75”, specialmente nella redazione dei principi fondamentali. Successivamente viene eletto alla camera dei deputati nei collegi di Firenze e Pistoia, inoltre dopo le elezione del 18 aprile 1948 fu nominato sottosegretario al ministero del lavoro e previdenza sociale, nel quinto governo di Alcide De Gasperi. Ministro era il suo caro amico Amintore Fanfani. Il 6 luglio del 1951 viene eletto sindaco di Firenze, al suo primo mandato.

Sarà sindaco per due mandati: 1951-1957 e 1961-1965. Tra le principali sue realizzazioni si annoverano la ricostruzione dei ponti alle grazie, vespucci e santa trinita distrutti dalla guerra, la creazione del quartiere-satellite dell’isolotto e l’impostazione del nuovo quartiere di Sorgane, la costruzione inoltre di tantissime case popolari, la riedificazione del Teatro comunale della Città di Firenze, la realizzazione della centrale del latte, la ripavimentazione del centro storico. Giorgio La Pira fece costruire un numero di scuole tale da ritardare di almeno vent’anni la crisi dell’edilizia scolastica in città.

Gli ultimi anni di Giorgio La Pira e la morte

Nel 1976 la Democrazia Cristiana lo presenta come capolista nelle circoscrizioni di Firenze e Pistoia alle elezioni politiche, venendo eletto deputato per la terza volta.
Da qualche anno non godeva più di buona salute, morì a causa di un’improvvisa emorragia cerebrale la sera del 5 novembre 1977. Oggi le sue spoglie risiedono nella Basilica di San Marco, Chiesa della quale era parrocchiano, il 5 luglio del 2018 è stato dichiarato venerabile da Papa Francesco.

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