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Donne in pensione prima nel 2024: ecco le misure che le favoriscono prima dei 60 anni

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Giacomo Mazzarella

Anche sulla previdenza Sociale i legislatori hanno iniziato a vedere nelle donne una delle categorie da avvantaggiare quando si tratta di uscite dal mondo del lavoro. Le pensioni per le donne possono essere percepite quindi prima rispetto agli uomini perché sono diverse le misure che lo permettono.

Il ruolo della donna quindi adesso pare godere di una certa importanza anche in materia previdenziale. E questo dopo che l’età di uscita per la pensione di vecchiaia che prima della Riforma Fornero prevedeva età diverse tra uomini e donne è stata uniformata. Però, per le donne in pensione prima nel 2024 le possibilità esistono.

Donne in pensione prima nel 2024 ecco le misure che le favoriscono prima dei 60 anni

Una vecchia norma della Riforma Dini del 1995 prevedeva per le donne con figli un coefficiente di calcolo del montante contributivo aumentato di un anno per uno o due figli e di due anni per tre o più figli. Significa che le lavoratrici che hanno il primo accredito nel sistema contributivo, ovvero dopo il varo della Riforma Dini, possono ottenere una pensione più alta. Sempre la Legge Dini prevedeva una alternativa al miglior coefficiente prima citato. Le lavoratrici, sempre in base ai figli avuti, potevano così avere uno sconto sull’età pensionabile. Sempre per donne prive di versamenti al 31 dicembre 1995. Ed in misura pari a 4 mesi di sconto per ogni figlio avuto fino a massimo 12 mesi per chi aveva avuto tre o più figli. Questi vantaggi sono ancora oggi fruibili per le lavoratrici che hanno una pensione calcolata interamente con il sistema contributivo.

Ecco alcune agevolazioni per le lavoratrici

Accettando la pensione con il sistema contributivo, anche se si aveva diritto ad un trattamento misto e migliore, le donne possono uscire con un particolare scivolo. Infatti, possono lasciare il lavoro le donne che appartengono a:

  • invalide al 74%;
  • caregivers;
  • licenziate o assunte in imprese di interesse nazionale che hanno avviato tavoli di risoluzione di una situazione di crisi aziendale.

Per le licenziate o per quelle alle prese con aziende in crisi, l’uscita è prevista già a 59 anni di età con 35 anni di contributi, una finestra di 12 mesi e requisiti centrati prima della fine del 2023. Stessi requisiti per invalide e caregivers con almeno due figli avuti. Invece con un solo figlio sale di un anno l’età che passa da 59 a 60 anni. E sale di un altro anno per invalide e caregivers senza figli avuti, cioè si arriva a 61 anni. Sempre in base ai figli avuti, c’è lo sconto sull’importo soglia della pensione a 64 anni con 20 anni di contributi. La misura è la pensione anticipata contributiva, che viene liquidata solo se di importo pari o superiore a 3 volte il trattamento minimo. Con due o più figli avuti, tale importo scende a 2,6 volte. Con un solo figlio invece sale a 2,8 volte. Più semplice per le donne andare in pensione a 64 anni.

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