Fra poche ore Donald Trump e Volodymyr Zelensky a Mar-a-Lago si vedranno, in Florida, nella residenza di Trump in quello che vorrebbe essere l’incontro decisivo della trattativa avviata a novembre con il piano Usa-Russia in 28 punti.
Un piano, scritto da Washington e dal Cremlino e che sembrava di fatto un resa, quasi incondizionata, per Kiev. L”Europa ha letto quel piano come fosse la propria disfatta, non solo una catastrofe per l’Ucraina e quell’accordo irricevibile è stato riscritto in 20 punti da ucraini, europei e americani.

Ma è mancato il contributo fondamentale, quello dei russi, mentre il susseguirsi convulso di riunioni, tra Miami, Abu Dhabi e Berlino fa capire come la contromossa sia fragile perché fondata sul nulla. Un affanno che rende solare un’evidenza: non è imminente la fine della guerra in Ucraina.
Le alternative sono lugubri, al netto della commedia giocata su trattative che non sono tali se al tavolo manca qualcuno, e si giocano su due varabili: se Washington deciderà solo di tirarsi indietro dal conflitto in Ucraina o se giocherà apertamente la partita contro l’Europa e a favore di Mosca.

Nel vertice in Florida tra Zelensky e Trump il presidente ucraino contempla la possibilità di concessioni territoriali con il consenso dei cittadini ucraini. Una tregua di due mesi per arrivare ad un referendum la cui sicurezza dovrebbe essere garantita dagli Stati Uniti. Due mesi che potrebbero finalmente garantire nuove elezioni presidenziali in Ucraina. Cosa abbia indotto Zelensky a credere che la Russia passi dalle armi alla tregua per permettere agli ucraini di decidere quello che loro, i russi, hanno già deciso resta un mistero, come un mistero resta, in parte, il destino dell’enorme flusso di denaro che da tre anni sta sostenendo l’Ucraina uno dei paesi più corrotti al mondo. Una corruzione che il conflitto e gli aiuti ininterrotti non hanno guarito ma aggravato in maniera irreversibile. Ed è forse questo il punto dolente della commedia, la corda che gli Stati Uniti potranno tirare quando davvero decideranno che il il momento di farla finita davvero. L’alibi è perfetto e i segnali già ci sono stati. Zelensky non ha capito o finge di non capire.
C’è chi crede davvero che il presidente ucraino tornerà dalla Florida un accordo tra Kyiv e Mosca riuscendo a calare il sipario sulla più grande guerra in Europa dalla Seconda Guerra mondiale. Ma forse neanche Zelensky si illude. “Faccio cose, vedo gente” potrebbe dire, fino a quando la realtà non gli chiederà di vedere le carte, per l’ultima volta.
