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Figlio da un 15enne, paga la maestra

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Maria Vittoria Ciocci

Il marito accusato di alterazione dello stato civile, il figlio non è suo. La moglie ha concepito il bambino da uno studente di soli 15 anni.

Dava lezioni private di inglese al figlio di una sua amica. Il giovane, che aveva appena 13 anni all’epoca, è diventato padre. Il marito dell’operatrice sanitaria, condannata a 6 anni e 6 mesi per atti sessuali e violenza sessuale ai danni di un minore, è attualmente indagato per alterazione dello stato civile.

Maestra condannata a 6 anni e 6 mesi
Viene condannata a sei anni e sei mesi: ha concepito un figlio con un 15enne – foto: ansa – lintellettualedissidente.it

Egli dichiarò, all’epoca del concepimento, di essere il padre biologico del bambino, coprendo di fatto le azioni illecite della 30enne. Gli avvocati dell’accusa e della difesa, protagonisti di un acceso dibattito consumato nell’aula del tribunale, hanno dunque sostenuto la posizione di ambe le parti: quanto raccontato dall’imputata non coincide con la versione esposta dall’accusa.

Voleva rimanere incinta del 15enne

Roberta Voriello, legale della famiglia del minore, ha spiegato che la donna avrebbe fatto irruzione nell’abitazione dell’adolescente, con l’obbiettivo di legarlo a sé ed abusare di lui per rimanere incinta. Di fronte ad un primo esito negativo, avrebbe quindi ripetuto la violenza, riuscendo infine nel suo scopo. Voriello si è poi appellata all’età del ragazzo all’epoca della violenza, dettaglio che aggrava la situazione dell’insegnante di ripetizioni. Secondo la legge italiana infatti un minore, la cui età non raggiunge i 14 anni, viene considerato automaticamente incapace di intendere e di volere, maggiormente incline quindi ad eventuali manipolazioni esterne.

Da ripetizione e abusa di lui
Facevano ripetizioni insieme, lei rimane incinta – lintellettualedissidente.it

Di altro avviso sarebbe invece Mattia Alfano, che ha difeso l’imputata insieme al collega Massimo Nitri. Quest’ultimo ha avuto accesso alle chat tra l’operatrice sanitaria e il ragazzo, nelle quali si percepirebbe chiaramente il desiderio del 13enne nei confronti della sua insegnante. Messaggi in cui le vengono richieste prestazioni particolari, oltre al desiderio che la donna indossi indumenti intimi di suo gradimento.

L’avvocato ha inoltre sostenuto che il giovane avesse già 14 anni all’epoca della violenza e che, in seguito alla conclusione del rapporto con la donna, avesse comunque cercato di appagare i propri desideri con le sue coetanee. “Non ha avuto la sessualità devastata” – ha incalzato l’avvocato, mentre la controparte ha sottolineato – “La donna gli ha fatto vivere un’esperienza sessuale non confacente alla sua età – la vita del ragazzino è stata travolta”. Pensiero condiviso dal giudice in aula, considerando l’esito finale del processo. La corte di appello di Firenze ha infatti confermato la sentenza di primo grado

 

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