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Perché ascoltiamo ancora Rino Gaetano: chi lo critica è stato dimenticato, lui è diventato un mito a cui ora viene dedicata una grande mostra

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Simone Scalas

Rino Gaetano continua a esercitare un fascino e una rilevanza straordinari nel panorama musicale italiano anche dopo tanti anni dalla sua scomparsa. E ora a Trastevere possiamo visitare una mostra a lui dedicata che ci farà scoprire il suo mondo e i suoi segreti.

Rino Gaetano va ancora ascoltato. È ancora moderno e attuale. Sì, è vero, ma c’è di più. Molto di più. Non va solo ascoltato, abbiamo bisogno di ascoltarlo, abbiamo bisogno di lui, del suo viso rassicurante, del suo umorismo disincantato. Abbiamo bisogno della sua poesia e dei suoi significati. Perché la vita di tutti i giorni è dura e difficile e nelle sue canzoni possiamo trovare un amico che ci capisce. Possiamo piangere senza essere giudicati, maturare la consapevolezza che le difficoltà fanno parte della vita e dobbiamo affrontarle dissacrando il peggio che ci si presenta di fronte. La fiction andata in oda qualche anno fa in Rai ha suscitato polemiche e ha portato la sorella a lamentarsi per alcune decisione di sceneggiatura. Ma a parte questo è stato emozionante vedere Santamaria nei panni di Rino Gaetano. Perché lo ha fatto rinascere, ci ha fatto immaginare per qualche ora cosa sarebbe stato averlo ancora con noi.

Nelle sue canzoni Rino Gaetano parla delle fragilità sociali, di ingiustizie e corruzione, di pregiudizi e classi sociali. Lo fa con giochi di parole, tormentoni, rime e assonanze. Testi profondi ma estremamente originali e divertenti. Musiche di vario genere, ma sempre con invenzioni e arrangiamenti geniali. Ciò che c’è dietro è un lavoro enorme che non tutti hanno capito all’epoca, soprattutto coloro che hanno avuto la fortuna di vederlo da vicino.

Una polemica mai sopita

Perché ascoltiamo ancora Rino Gaetano? I motivi sono centinaia. Ne abbiamo bisogno come l’aria ora che la società è diventata fluida e difficile da interpretare. Rino Gaetano ha dato precisi punti di riferimento e noi li utilizziamo. Ci servono. Lui è diventato un mito, forse non gli sarebbe piaciuto. E lo ascoltiamo perché chi lo ha vissuto all’epoca non lo ha capito e certe volte lo ha deriso. Sanremo, Cantagiro, Boncompagni e Costanzo. Lui non si prendeva sul serio e mentre veniva intervistato e sminuito cercava di spiegare qualche concetto senza ottenere risultati. Internet è impietoso e ci ridà le immagini dell’intervista di Boncompagni che lo irride mentre i commenti sono gli insulti dei follower ammiratori del cantante al presentatore.

Mio fratello è figlio unico, Il cielo è sempre più blu, Nun Te Reagge più, Ahi Maria, Gianna, sono le canzoni più conosciute. Ma se ascoltiamo A mano a mano, Aida, E io ci sto, Ti ti ti, Io scriverò, Escluso il cane, è impossibile non rimanere sopraffatti. Per questo ascoltiamo Rino Gaetano, dovremmo ascoltarlo e scoprirlo se non lo conosciamo, per questo lo ascolteremo per sempre, per il resto della nostra vita.

Perché ascoltiamo ancora Rino Gaetano e andiamo alla mostra dedicata

Voce unica nel panorama musicale italiano, stile tagliente, animo ribelle. Al Museo di Roma in Trastevere ritroviamo questi elementi nella mostra che celebra lo straordinario cantautore. Curata da Alessandro Nicosia e Alessandro Gaetano, la mostra ci permetterà di approfondire la vita e l’eredità artistica del cantautore nato a Crotone. La mostra è stata realizzata con la collaborazione della giornalista Gloria Satta per la realizzazione dei testi ed è stata arricchita con rarità e testimonianze preziose di amici e colleghi.

Possiamo trovare performance live, cimeli, fotografie mai viste e documenti che ci permetteranno di capire l’impatto che Rino Gaetano ha avuto nella musica italiana. Aperta dal 16 febbraio, rimarrà tale fino al 28 aprile 2024. Nel cuore di Trastevere, un racconto unico e imperdibile, con entrata gratuita per i possessori di MIC card.

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