Come giocavano i bambini nell'antica Roma
Nella nostra epoca si combatte la noia in molti modi. Uno dei divertimenti più comuni è il gioco. A tutte le età attraverso mezzi di diverso tipo si passa il tempo da soli o in compagnia. Scopriamo però cosa facevano i bambini di epoche molto remote.
Occupare del tempo libero con un gioco potrebbe apportare benefici a qualsiasi età. Ad esempio fare una partita amichevole a carte stimolerebbe calcoli e strategie, così come certi giochi di ruolo. Dai videogiochi del bar negli anni si è passati a quelli da fare con il computer di casa. Ci sono i classici come gli scacchi e altri multilivello di vario genere. Si può giocare da soli, con gli amici e anche on line sfidando persone mai viste. Vanno ancora di moda i giochi interattivi che utilizzano la tv e quelli su dispositivi come smartphone o tablet. Fatta questa breve premessa, facciamo un veloce salto nel tempo.
Ciò che possiamo sapere di epoche lontane lo dobbiamo a studi di diverso tipo. Archeologi, antropologi e storici ci fanno conoscere qualcosa di popoli vissuti migliaia di anni fa. Per quanto riguarda i giochi dei bambini, ci sarebbero varie testimonianze. Per esempio, su alcuni vasi greci sarebbero ritratti personaggi su altalene o alle prese con il cerchio.
Pensiamo poi al mosaico di Villa Romana a Piazza Armerina, vicino Enna. Sono ormai famose le fanciulle in bikini e quelle che giocavano con una palla. Tra i giocattoli rinvenuti negli scavi ci sarebbe una specie di cavallino con le ruote risalente al II sec. d.C., antenato delle nostre macchinine.
Come le bambine di oggi, pure quelle romane giocavano con le bambole. Erano fatte di terracotta o legno, snodabili e abbellite con vestitini e gioielli. Un ritrovamento importante è quello del sarcofago del II sec. della fanciulla Crepereia Tryphaena, sepolta con la sua bambola. Questa è in avorio e sono stati trovati pure i suoi piccoli gioielli in oro. Sembrerebbe che i bambini avessero bambolotti che rappresentavano di solito i gladiatori.
Piccoli e a volte adulti usavano gli astragali. L’astragalo è un osso del piede. In Grecia e poi a Roma si utilizzavano quelli degli animali o riprodotti in terracotta, oro, argento e altri materiali. Si giocava in tanti modi, ad esempio cercando di lanciarli all’interno di un cerchio o in buchette. Era comune anche lanciare alcuni astragali in aria e cercare di prenderli sul dorso della mano. Infine, con semplici noci si poteva giocare in vario modo, ad esempio lanciandole in buche o brocche. Ecco, quindi, a grandi linee come giocavano i bambini nell’antica Roma. Il passaggio dall’infanzia alla maturità era segnato dall’abbandono dei giochi, da cui il detto lasciare le noci, nuces relinquere.
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