Stai attento al calendario
Siamo arrivati al terzo mese di funzionamento dell’Assegno di Inclusione. Il prossimo 26 marzo ci saranno beneficiari che riceveranno la terza ricarica. Naturalmente, parliamo di chi ha presentato la domanda già lo scorso dicembre o quanto meno entro il 7 gennaio.
Prendere il sussidio ed essere entrati dentro la platea dei beneficiari non significa che si può stare tranquilli. I beneficiari dell’Assegno di Inclusione devono vivere con scadenze e adempimenti costanti. Stai attento al calendario, perdi l’Assegno di Inclusione subito. Questo ciò che andrebbe suggerito ai beneficiari del sussidio.
Già nel mese di marzo ci sarà chi il 26 non riceverà nulla perché ha dimenticato qualcosa a febbraio. Entro lo scorso mese, infatti, andava rinnovato obbligatoriamente l’ISEE. Perché per le prime due mensilità di sussidio il beneficio è stato garantito sulla base dell’ISEE scaduto il 31 dicembre scorso. Ma a marzo serve la nuova DSU e serve il nuovo ISEE. Chi entra nel beneficio dell’ADI con ISEE ordinario, non è assoggettato a nuovi adempimenti con la DSU. A meno che non sopraggiungano novità reddituali o di composizione del nucleo familiare che costringono a rettificare l’ISEE. In questo caso oltre a rettificare l’ISEE occorre segnalare all’INPS la variazione per consentire all’Istituto di ricalcolare il diritto al sussidio. Se l’interessato prende l’ADI per via dell’ISEE corrente, deve ricordare di aggiornare questa versione della DSU ogni 6 mesi. Perché l’ISEE corrente dura appunto 6 mesi. Chi non lo rinnova perde il sussidio perché l’INPS a quel punto userà l’unico ISEE ancora valido, ovvero quello ordinario.
Ma non c’è solo l’ISEE a mettere a repentaglio la continuità nell’erogazione del sussidio. Infatti, ci sono degli adempimenti che minano questo aspetto dell’Assegno di Inclusione. Prendiamo ad esempio l’obbligo di andare ai servizi sociali dopo essere diventati beneficiari del sussidio. Chi ha sottoscritto il PAD immediatamente dopo aver presentato domanda, se lo ha fatto il 18 dicembre o qualche giorno dopo, entro il 18 aprile dovrebbe andare al servizio sociale del suo Comune. Perché i servizi sociali devono fare il profilo di tutti i componenti del nucleo familiare che prendono il sussidio. Entro 120 giorni dalla sottoscrizione del PAD questo adempimento deve essere espletato. I servizi sociali che ricevono dall’INPS l’elenco comunale dei percettori del sussidio, dovrebbero convocare tramite messaggio o chiamata gli interessati. ma se ciò non avviene, meglio andarci da soli, magari fissando un appuntamento anche prima della scadenza dei 120 giorni. Dopo il primo appuntamento, la prassi prevede nuovi appuntamenti ogni 90 giorni (anche dal Patronato dovrebbe essere possibile farlo). In questo caso, per verificare i progressi fatti dagli interessati, dal punto di vista delle politiche attive.
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