In un’epoca in cui le tematiche ambientali sono al centro del dibattito pubblico, anche gli investimenti ne risentono e risentono e si adeguano a loro modo. In che modo? In pratica sul mercato non mancano strumenti il cui capitale raccolto viene successivamente speso dall’emittente per finalità green in senso lato.
Prendiamo il caso dei titoli di Stato e dei nostri BTP in particolare. I c.d. Green bond funzionano allo stesso modo degli altri sovereign bond tradizionali in termini di garanzia, tassazione, cedole e rendimenti. Nello specifico, in questa sede vedremo da vicino il BTP Green aprile 2035. Bene, questa obbligazione verde pagherà una cedola annua del 4,00% per i prossimi 11 anni e prezza quasi alla pari.
In sintesi si tratta di debiti sovrani ideati e lanciati sul mercato per racimolare risorse legate al sostenimento di tematiche ambientali e di interesse comune. I soldi raccolti dall’emittente attraverso questi strumenti di investimento del reddito fisso viene impiegato per opere che hanno un impatto positivo sull’ambiente e/o il cambiamento climatico.
Quindi, la grossa differenza rispetto ai BTP similari come il prossimo BTP Valore 2030, per esempio, sta principalmente nella finalità della raccolta.
Poi hanno un regime di tassazione al 12,50% su interessi e capital gain pari agli altri, come pure sono esenti dalle imposte di successione. Il taglio minimo di sottoscrizione è di 1.000 € e relativi multipli, mentre le commissioni di compravendita e le spese del dossier titoli dipendono dalla propria banca.
A cadenza semestrale staccano la cedola (interessi posticipati come nel resto dei bond MEF) e sono emessi dal Tesoro a propria discrezione. Vale a dire di durata, di rendimento, di modalità di collocamento (asta marginale oppure il sindacato di collocamento).
Il bond qui esaminato ha codice ISIN IT0005508590 ed è relativamente giovane. Il MEF lo ha emesso nel 2022 con data scadenza 30 aprile 2035, per cui la durata residua è di circa 11,2 anni.
L’ammontare emesso è di 10,4 miliardi di € e la periodicità della cedola è semestrale. Ogni 30 aprile e 30 ottobre di ogni anno fino a scadenza, infatti, il Tesoro riconosce il 2,00% lordo sul capitale nominale sottoscritto, per una cedola lorda annua del 4,00%.
E il rendimento? È giusto di una spanna inferiore a quello della cedola, considerato che il titolo prezza (al tempo dell’articolo) 100,18 centesimi. Acquistandolo a questi prezzi e tenendolo in portafoglio fino al termine, quindi, ci si assicura un rendimento totale complessivo di poco inferiore al 40%.
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