Il finanziamento complessivo del Fondo Unico Inclusione persone con disabilità 2024 è pari a 552 milioni di Euro - LIntellettualeDissidente.it
È stato istituito ed incluso nella Legge di Bilancio 2024 ed avrà effetto a partire dal prossimo primo di gennaio. Scopriamo di cosa si tratta.
Il finanziamento complessivo è pari a 552 milioni di euro: a tanto ammonta il Fondo Unico Inclusione per persone con disabilità del 2024, istituito ed incluso nella Legge di Bilancio con l’obiettivo di garantire la programmazione di politiche di inclusione, accessibilità e sostegno alla disabilità, con effetto a partire dal prossimo primo di gennaio.
L’ammontare del Fondo è minore rispetto alle promesse iniziali (ovvero 581,8 milioni per il biennio 2024/2025 e 666 milioni dal 2026), tuttavia più del doppio rispetto a quanto previsto nel Bilancio durante le prime fasi di discussione, che contemplavano una soglia massima di circa 232 milioni di Euro. Esso è gestito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e, in data da definirsi, verrà successivamente trasferito al bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Saranno le Regioni a gestire i sostegni economici attinti dal Fondo e decretati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in collaborazione con i Ministri delle aree di competenza che verranno mano a mano definite. I decreti potranno essere adottati solo a seguito di un consulto con la Conferenza Unificata delle Regioni e, a partire dal 2025, gli enti territoriali beneficiari saranno tenuti alla presentazione di resoconti del capitale speso.
Sono in totale 8 le aree di intervento previste per la concessione dei finanziamenti attinti dal fondo, ciascuna delle quali mira a specifici obiettivi. A partire dalle scuole, per i gradi dell’infanzia, della primaria e della secondaria di primo e secondo grado. L’obiettivo principale è di potenziare i servizi di assistenza all’autonomia ed alla comunicazione per gli studenti con disabilità.
Inoltre, particolare attenzione è rivolta alla promozione ed alla realizzazione di infrastrutture fisiche e digitali destinate all’inclusione dei disabili, tanto nell’ambito dell’istruzione pedagogica, quanto in quello lavorativo, ludico e sportivo ed anche di turismo accessibile. Le infrastrutture potranno rivolgersi ad una scala di tipo locale, ma anche ampliarsi per raggiungere una rilevanza di respiro nazionale.
Non mancano progetti di cura dedicati a persone con disturbi relativi al neurosviluppo, allo spettro autistico ed alla sordità, con l’obiettivo di favorire l’uso di tecnologie d’avanguardia in grado di abbattere le attuali barriere comunicative anche attraverso l’interpretariato ed il videointepretariato a distanza. Infine, centrale anche il ruolo dei “caregivers”, ovvero degli assistenti famigliari non professionali, per riconoscerne il valore sociale ed economico a livello nazionale.
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