Come vorrebbero investire oggi
Panta rei, recitava Eraclito qualche millennio fa, a dimostrazione che nulla è in eterno in ogni ambito dell’agire umano. A questa massima non fanno eccezione neanche gli investimenti, dove gli asset più amati e inseguiti dai risparmiatori in passato non lo sono più oggi.
A confermarlo è la recente indagine Censis-Assogestioni in tema di italiani nei riguardi dei propri risparmi (“Perché gli italiani investono come investono”). Il lavoro è molto ricco di dati e spunti vari di riflessioni, incluse le attuali potenziali intenzioni di investimento rispetto al 2024. Vediamo come sono mutate nel quadriennio, dunque ecco come vorrebbero investire oggi i propri risparmi gli italiani tra strumenti finanziari o immobili e liquidità
Un primo caposaldo in materia di risparmi è che il risparmiare resta un atto costitutivo dello stile di vita italiano. Possono cambiare le quote di risparmio (in gergo: la propensione marginale al risparmio), ma non l’idea in sé si non dover consumare tutto oggi. Altre novità dal Rapporto si evincono in tema di “attaccamento”, ossia la preferenza per la liquidità. Rispetto al recente passato il cash oggi ha perso appeal quale fonte di rassicurazione nel presente e, soprattutto, per il futuro.
Di contro emerge il riesplodere della domanda di titoli di Stato e di obbligazioni in generale. I rendimenti sono tornati interessanti e alcune emissioni hanno catturato assai l’attenzione del pubblico retail. Il riferimento primo è al BTP Valore, ma non solo, di cui a breve ci sarà il lancio della 4° serie a maggio. Ancora, dall’indagine emerge l’appannamento temporaneo del mattone, che ha perso terreno in tema di ordine di preferenze di investimento.
Tra le varie tematiche affrontate dal dossier, ve n’è una che riguarda le intenzioni dei risparmiatori su come vorrebbero investire oggi i risparmi. Le risposte attuali sono raffrontate con quelle date nel 2020, per stimare le evoluzioni delle preferenze nel tempio. Presentiamole nei dettagli. L’idea di investire in strumenti finanziari è passata al 45,8% nel 2024 rispetto al 25,1% delle risposte date nel 2020. La differenza nel quadriennio è pari quindi a +20,7%. Alla scelta di tenerli liquidi, invece, ha risposto affermativamente il 32,4% degli interpellati, contro il 45% di 4 anni fa (–12,6%). Quanto alla preferenza di investirli in immobili, infine, si è passati dal 29,9% di inizio decennio al 21,8% del 2024. Anche in questo caso si tratta di preferenze in flessione, nello specifico pari al –8,1%.
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