I percettori dell’Assegno d’Inclusione sono rimasti spiazzati dalla novità introdotta per il 2026: cambierà uno dei requisiti più importanti.
I percettori dell’Assegno d’Inclusione hanno tremato nelle ultime settimane temendo che, a causa delle poche risorse a disposizione, il Governo di Giorgia Meloni non avrebbe riconfermato il sussidio. Invece anche per il 2026 è stato dato il via libera all’ADI.

L’Assegno d’ Inclusione è entrato in scena con la Manovra di Bilancio 2024 e ha preso il posto del vecchio Reddito di Cittadinanza fortemente voluto dal Movimento Cinque Stelle. A differenza del vecchio RDC, per ottenere l’ADI non è sufficiente avere Isee e reddito bassi: è indispensabile che all’interno del nucleo familiare ci sia almeno un soggetto non occupabile, cioè non i grado di lavorare.
Sono considerati non occupabili i minori di 18 anni, le persone che hanno già compiuto 60 anni e i soggetti con invalidità pari o superiore al 67%. Ma non solo: per ottenere il sussidio occorre anche soddisfare un altro requisito che dal prossimo anno cambierà. Nessuno se lo sarebbe aspettato: la novità ha davvero spiazzato tutti.
Assegno d’Inclusione: ecco cosa cambia dal 2026
Anno nuovo e sussidi vecchi ma con nuovi requisiti. L’Assegno d’Inclusione ha “superato” l’esame anche per quest’anno ma con un’importante novità, cambierà uno dei requisiti essenziali per ottenerlo. Nessuno riesce ancora a crederci.

L’Assegno d’Inclusione consiste in un contributo mensile di 541 euro al mese a famiglia a cui se ne possono aggiungere altri 303 come contributo per l’affitto. In tutto, dunque, ammonta a 844 euro al mese che, dal prossimo anno, aumenteranno per effetto dell’adeguamento all’inflazione. Per ottenere l’agevolazione occorre soddisfare i seguenti requisiti:
- Isee non superiore a 10.140 euro;
- reddito familiare annuo non superiore a 6500 euro (può arrivare fino a 8190 euro in caso di famiglie composte solo da persone con almeno 67 anni o solo da disabili);
- all’interno del nucleo familiare deve esserci almeno un minorenne o una persona dai 60 anni in su o un soggetto con invalidità minimo al 67%.
Ma non è sufficiente. Infatti dopo aver presentato la richiesta è essenziale presentarsi presso i servizi sociali non oltre 120 giorni e poi, anche una volta ottenuto l’aiuto, occorrerà tornare presso i medesimi servizi sociali ogni 90 giorni in modo da fare il punto della situazione. Per famiglie con all’interno disabili o persone molto anziane questo può rappresentare un problema.
Ma il problema non esisterà più dal prossimo anno: dal 2026 la visita ai servizi sociali non sarà più obbligatoria in presenza ma il colloquio potrà essere effettuato tramite videochiamata. La novità non riguarda tutti ma solo le persone over 60 o con disabilità e per il momento non è ancora stata adottata da tutti i Comuni ma solo da alcuni tra cui Palermo. Pertanto s’invitano i soggetti interessati al colloquio in videochiamata a contattare direttamente il proprio Comune di residenza per verificare che sia possibile procedere in questo modo.
