Il calcio è un gioco caratterizzato da passione e sentimento, vedere la propria squadra vincere è un’emozione unica. Lo sanno bene i tifosi dei club più blasonati, quelli che anno dopo anno competono per vincere campionati e coppe.
Con 32 trofei vinti il Guardiola allenatore si posiziona in quindicesima posizione nella classifica dei più vincenti di sempre.
Sono celebri le due Champions League vinte con un Barcelona stellare, oltre ai numerosi campionati portati a casa con i blaugrana, Bayern Monaco e Manchester City.
Il suo palmares è uno dei più vincenti di sempre, un’ispirazione per chi sogna di fare l’allenatore da grande.
Prima di poter guidare un gruppo di lavoro vincente, un’azienda o una classe di studenti, bisogna essere dei veri e propri leader. Un punto di riferimento conosce tecniche, strategie, dispensa consigli e analizza ogni dettaglio.
Senza dubbio, prima di spiegarti come gioca Guardiola, occorre studiare le sue caratteristiche. Pep ha sempre dimostrato di essere capace di stimolare i suoi uomini e moltiplicare le loro capacità individuali. Rendendo un intero gruppo coeso e pronto al sacrificio.
Questa è una dote che accomuna i vincenti, in ogni ambito. Nel calcio, sono pochi gli allenatori che riescono ad infondere fiducia e fibrillazione ai propri giocatori.
Un leader è soprattutto fonte d’ispirazione. E questo Guardiola lo sa molto bene, visto che le sue squadre esprimono chiaramente le idee e i valori dello spagnolo.
Ma sul piano del gioco? Cosa fa realmente la differenza? Scommetto che sono queste le domande che ti frullano nella mente. Beh, come darti torto.
Al di là degli schemi e delle formazioni, il numero uno del City ha sempre curato la copertura degli spazi.
In Spagna, Germania o Inghilterra, il suo credo è sempre stato il medesimo. Il possesso palla non è, e non è mai stato una caratteristica casuale. L’obiettivo è creare superiorità numerica, schiacciando l’avversario nella propria metà campo.
Il palleggio orizzontale continuo consente alla squadra di restare unita e in un certo senso, condiziona anche la tattica di quella avversaria. Così da creare anche una connessione con la fase di non possesso.
Anche il portiere cambia veste con Pep: la palla non va mai spazzata, il gioco si costruisce dal basso. Un’innovazione che ha ispirato nel corso degli anni anche altri allenatori. Specialmente quelli italiani.
Infine, la cura e l’attenzione ai dettagli, sono altri ingredienti della ‘tattica alla Guardiola’. Il coach del City legge con attenzione ogni fase dei 90’ minuti, facendosi trovare sempre pronto ogni qual volta c’è bisogno di cambiare le geometrie.
Molto probabilmente il Pep Guardiola calciatore non sarà ricordato per le sue caratteristiche tecniche, pur essendo un ottimo centrocampista di un Barcellona vincente.
Quello che però ricordano tutti, specialmente i suoi ex compagni, è il carisma che gli consentì di divenire anche capitano della squadra spagnola. Lo spirito combattivo non gli è mai mancato, in molti a quei tempi vedevano già Pep allenatore.
Il suo modo di scendere in campo era diverso dai suoi compagni. Lo spagnolo trasferiva tranquillità e visione tattica. Una sorta di allenatore nelle vesti di un calciatore.
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