Per pochissimi secondi sono stati persi 10 milioni di euro - L'intellettualedissidente.it
La vicenda incredibile che dimostra come si possono perdere 10 milioni per 32 secondi. Ma che racconta molto del nostro Paese
È proprio vero che il tempo è denaro. A volte, infatti, anche i più famosi luoghi comuni possono essere aderenti alla realtà e la vicenda che stiamo raccontare lo dimostra.
Arrivare tardi nei confronti di una scadenza importante si può rivelare incredibilmente dispendioso, non solo in termini di tempo, ma anche e soprattutto in termini di denaro. Lo sa bene il Comune di Vicenza, che ha perso circa 10 milioni di fondi del Pnrr per un ritardo di pochi secondi.
A causa di un errore, il Comune di Vicenza ha perso l’opportunità di poter usufruire di importanti finanziamenti da parte dell’Europa. Non si è trattato di un errore di battitura presente nelle documentazioni, o di problemi legati alla legittimità della richiesta. Il Comune ha perso circa 10 milioni di euro in fondi pubblici per aver presentato la domanda con 32 secondi di ritardo. A stabilirlo è stato il Tar del Lazio, il quale ha respinto il ricorso che il comune vicentino aveva presentato contro il ministero dell’Agricoltura e Invitalia. Una situazione che rende l’idea di quanto la burocrazia nel nostro Paese sia decisiva fino al vertice delle istituzioni.
Intenzione del Comune era quella di partecipare al bando Pnrr per la riqualificazione dei mercati ortofrutticoli. Per poter provare ad accedere ai fondi la domanda delle Pubbliche Amministrazioni il Comune aveva la possibilità di presentare la domanda dalle 12 del 31 ottobre ottobre fino al 30 novembre 2022. L’amministrazione Trissino, che all’epoca controllava il Comune di Varese, aveva infatti presentato domanda con alcuni secondi di ritardo, vedendo quindi la propria domanda respinta. Nel suo ricorso il Comune aveva affermato che nel bando veniva indicato come termine ultimo le ore 12:00, senza l’indicazione dei secondi, dunque, il termine doveva intendersi scaduto alle 12:00 e 59 secondi.
Tuttavia, per il tribunale amministrativo questa interpretazione non può essere ammissibile. Nella sentenza, infatti, il Tar ha stabilito che non è possibile dubitare che “il minuto zero di una qualsiasi ora, se indicato come termine finale, rinviene il suo ultimo secondo nel sessantesimo secondo successivo al minuto “59” che lo precede”. Tuttavia, il Comune ha fatto sapere che presenterà ricorso al Consiglio di Stato. Dunque non è detto che sia finita, anche se aver perso la possibilità di un finanziamento per pochissimi secondi. Una vicenda che, però, fa capire molto bene quale siano le vere dinamiche della burocrazia italiana.
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